Le lettere raccontano... (epistolario di famiglia)

Annibale Di Febo




        8 ottobre 1961

        Carissimo Giovannino.

        Ho ricevuto la tua del 25 agosto da Silvi; mi ha fatto molto piacere il tuo scritto perché in esso come se rivedessi il caro compare Federico; una cosa però non comprendo, nonostante le tante circostanze, il lungo tempo trascorso senza mai inviarmi una semplice cartolina illustrata in risposta alle mie tante, all'infuori dell'annunzio matrimoniale al quale inviai i miei auguri, e pronto a farlo. Comunque tutto bene e mi compiaccio con te della bella posizione professionale raggiunta e la famigliuola formata di recente. Certo che debbo ringraziare il caro e buon Umberto se finalmente ho potuto avere il piacere dii leggerti, quel zio tuo, gentiluomo ed ITALIANO, che incominciai ad ammirare e stimare fino dal 1921 epoca in cui tornò eroe da quella guerra SANTA, 15-18 che anche io ebbi la ventura di fare e ferito di guerra. Ti debbo ringraziare, caro Giovannino, perché in fondo in fondo sapevo che tu mi ricordavi, anche se non mi scrivevi, così era anche lo scomparso papà tuo, cuore d'Oro, tutto per la sua famiglia, allora numerosa, ed io non potevo venire a Teramo senza salutarlo in quel negozio di ferramenta in corso S. Giorgio, e salutarlo significava che non sempre mi potevo liberare dal suo insistente invito a pranzo che la cara mamma tua la buona comare Annunziata preparava. Ma ormai tanti anni sono passati ed io peregrinando nel mondo per ragioni d'impiego non ho potuto avere la gioia, il piacere, la soddisfazione di rivedere mio padre, mia madre e recentemente anche Arturo, mio fratello, oltre i tuoi cari scomparsi; com'è fatta la vita!
        Ammiro tanto i tuoi alti concetti che hai della vita con quelle belle espressioni ed i sani ideali che non sempre si raggiungono; ti ricordo bambino in ben altri tempi, dici bene tu nel tuo scritto; ora io mi faccio vecchio, ragione per cui alla fine di quest'anno io avrò raggiunto il limite d'età, 65 anni e l'impiegato di ruolo viene messo in pensione, nei primi di gennaio 1962 sarò in Italia e nei primi tempi a Perugia dove in quel Collegio di S. Anna è già Lucietta, mia figlia 14enne a studiare. Ma ci rivedremo presto, curioso, difficile, riconoscerci ma ci riconosceremo; a voce tante cose.
        Per ora lascio i saluti ai tuoi tutti al caro Umberto e signorina Clarice a te un abbraccio affmo Annibale.
        Tanti distinti saluti alla tua compagna e sposa

[ Annibale Di Febo ]




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