La Ramiera di Villa Tordinia

La Ramiera di Villa Tordinia diviene operativa al termine della costruzione nella primavera del 1857. Essa sorge sui terreni di proprietà della famiglia Spinozzi su iniziativa congiunta di Giuseppe Maria Adamoli e Giandomenico Spinozzi. La gestione passa completamente nelle mani degli Spinozzi dopo la morte di Giuseppe avvenuta nel 1859; successivamente il figlio Gelasio rientra nella conduzione della Ramiera dal 1872 fino al 1883, quando egli abbandona il teramano. Nel 1888 i fratelli Gelasio e Giovanni riprendono nuovamente a gestire congiountamente la Ramiera, che si trovava in quell'epoca crisi.

Per giungere a questa gestione congiunta si svolsero delle trattative tra gli Adamoli e gli Spinozzi, ed i relativi accordi furono stabiliti in una scrittura privata il 1 agosto 1888, tra Pietro e Luigi Spinozzi (in nome anche degli altri fratelli) da una parte, e Gelasio e Giovanni Adamoli dall'altra. Le parti abitavano tutte in Villa Rocciano, tranne Giovanni che risiedeva a Teramo. Di tale scrittura, che forse chiarirebbe in maniera esauriente il preciso ruolo di ciascuno nella conduzione della ramiera, non rimane traccia. Esiste invece una scrittura integrativa del 2 marzo 1890, che costituiva una parziale riforma degli accordi originari tra gli Spinozzi e gli Adamoli.

In detta scrittura, oltre a desumersi che gli Adamoli ricevono in affitto dagli Spinozzi le strutture destinate alla ramiera (non sappiamo se tutte o in parte), vengono specificati tutta una serie di lavori di sistemazione che gli Spinozzi si impegnavano ad eseguire. La descrizione di tali lavori fornisce indicazioni su alcune caratteristiche della Ramiera di Villa Tordinia: gli Spinozzi "si obbligano d'accomodare il capoforma con l'adoperare dodici colonnette in legno rovere situati a due a due, e fornite di traverse con pietre per rendere un poco più resistente il capoforma dalle piene" (ma a questa sistemazione le parti rinunciano per una impossibilità di esecuzione), di "fornire di balaustra il loggiato che sta nella casa d'abitazione vicino la strada nuova rotabile", di "fare una scala in legno per accedere alla carbonaia nel locale della ramiera", di "fornire il fuso di due capiferri, compreso quello già esistente", di "accomodare il terreno ora incolto che trovasi a sinistra di chi da Teramo va a Montorio nel lato opposto alla casa di abitazione, fornendo di un muretto a pietra sciolta e scassando il terreno, ciò dopo essersi ottenuto la linea dove impiantare il muro dell'Ufficio del Genio Civile Governativo". Inoltre gli Spinozzi "rilasciano ai Signori Adamoli il Maglio Vecchio, rotto, fuori d'uso la relativa Dema rotta cerchiata di ferro e due piommacasoli nonché quattro palmole scarte, qualora i Signori Adamoli intendessero accomodarli per servirsene".

La conduzione della Ramiera da parte degli Adamoli termina tra il 1892 ed il 1893, in conseguenza dei dissesti, della malattia di Gelasio e della morte di Giovanni (giugno 1893).


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