Il Copia-lettere di Giovanni Adamoli
Fascicolo della Polizia Borbonica circa un arresto di Giuseppe Adamoli



I documenti trascritti, redatti tra il giugno e l'agosto del 1857, fanno parte di un fascicolo della Polizia Borbonica conservato presso l'Archivio di Stato di Teramo (busta 64 - fascicolo 6) riguardante l'arresto nel quale incorse Giuseppe Adamoli nel corso di una perquisizione eseguita nella taverna di Patrizio Spinozzi, situata nei pressi della Ramiera di Villa Tordinia. La perquisizione, eseguita nell'atmosfera di sospetto conseguente al susseguirsi degli eventi risorgimentali, fu ordinata per la segnalata presenza di "armi od oggetti criminali che ivi si volevano ricettati", che tuttavia non furono rinvenuti. Giuseppe Adamoli, insieme ad altri due avventori "esteri" della taverna, vengono invece trovati sprovvisti di documenti di identificazione, e di conseguenza tradotti in arresto per accertamenti.


Documento 1 / 28-6-1857




GENDARMERIA REALE
COMANDO
Della
18.° COMPAGNIA

N. 448

1.° Pietro Cantarini di Ascoli.
2.° Giuseppe Paradisi, di Fermo.
3.° Giuseppe Adamoli di Naro, Stato Lombardo Veneto.



Al Signore
Signor Intendente della
Provincia di

Teramo



Teramo li 28 giugno 1857

Signor Intendente

In seno del presente mi pregio farle tenere una copia di verbale redatto dalla Forza mi dipende per l'arresto eseguito nella persone indicate al margine, perché sorprese senza regolari ricapiti, nella intelligenza che altra simile copia l'ho rimessa pure a questo Sig.r Commissario di Polizia.

Il Capitano Comandante
Carlo Macaluso

* * *


Documento 1b / 27-6-1857



Gendarmeria Reale
3.a Divisione
18.a Compagnia
Provincia di Teramo
Circondario di Teramo

Processo verbale relativamente alla sorpresa di tre persone straniere senza passaporto.
L'anno milleottocentocinquantasette il di ventisette giugno alle ore ventidue d'Italia nella taverna detta di Spinozzi lungi tre miglia circa da questa città.
Noi Giuseppe Masulli Foriere accompagnati dal Caporale Francesco Caselli e da' Gendarmi Reginaldo Angovino, Camillo Pomponio, Luigi Totaro, Beniamino Leosini, Francescopaolo de Nicola e Tito Mascitelli, in esecuzione di ordine ricevuto dal Sig.r Capitano Comandante la sopra intestata Compagnia, ci siamo trasferiti nel suindicato luogo e dopo eseguitavi regolare perquisizione per rinvenirvi armi od oggetti criminali che ivi si volevano ricettati e che nulla vi si rinveniva, ma bensì due persone che avendoci destato sospetto l'abbiamo invitate a palesarci i loro nomi cognomi e patria e ci hanno risposto, il primo chiamarsi Giuseppe Adamoli di Naro, Regno Lombardo Veneto e l'altro Pietro Cantarini di Ascoli, Stato Pontificio, di condizione artegiani e domandato ad essi con modi urbani aderenti l'esibizione de' passaporti ci han risposto esserne sforniti, nel frattempo ci avvedemmo di altro individuo parimenti a noi ignoto e fattegli le medesime dimande ci ha spiegato prima di essere di Ripattoni, ma siccome il di colui dialetto era tutto diverso da quello del nostro Regno, dopo altre dimande ci ha soggiunto essere nativo di Fermo, Stato Pontificio, pure di condizione artiere ed anche sfornito di regolare passaporto a nome Giuseppe Paradisi, cosicché per essere i summentonati individui in contravvenzione alle Leggi in vigore, e giusta l'articolo 86 N° 20 della nostra Reale ordinanza li abbiamo tradotti in questa e posti in luogo di custodia, e quindi presentati al Signor Commissario di Polizia e pel dippiù a praticarsi.
I testimoni presenti alla perquisizione nonché alla sorpresa de' surripetuti tre individui sforniti di ricapiti sono stati Saverio Spinozzi di Rucciano, Giovanbattista di Lorenzo di Teramo, urbani, e il guardabosco Girolamo Fracasso di Aiello.
Del che ne abbiamo redatto il presente processo verbale in tripla spedizione per l'uso convenevole.
Fatto e chiuso oggi, giorno, mese ed anno come sopra

Tito Mascitelli Gendarme
Francesco Paolo de Nicola Gendarme
Beniamino Leosini Gend.e
Luigi Totaro Gend
Camillo Pomponio
Riginaldo Angovino
Francesco Caselli Caporale
Giuseppe Masulli Foriere
Visto
Il Capitano Comandante
Carlo Macaluso


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Documento 2 / 28-6-1857



L'anno milleottocentocinquantasette, il giorno 28 giugno, in Teramo
Noi Flavio Chiarini Commissario di Polizia assistito dal Cancelliere volendo procedere all'interrogatorio del detenuto per mancanza di ricapiti Giuseppe Adamoli, ci siamo conferiti in queste prigioni centrali, nella camera del custode maggiore lo abbiamo fatto uscire alla nostra presenza libero, sciolto da ogni legame, il quale alle nostre domande ha risposto come appresso.
D. Diteci il vostro nome, cognome, patria, età, condizione, e domicilio.
R. Mi chiamo Giuseppe Adamoli del fu Carlo di anni 46, di condizione ramaio, nativo di Naro villaggio di Milano.
D. Da quanto tempo mancate dalla vostra patria, e perché ve ne allontanaste.
R. Manco dalla mia patria fin da ragazzo, e fui condotto da mio padre in Bologna, ove rimasi per lo spazio di venti anni a travagliare nella rameria di proprietà del Conte Rossi. Da colà mi recai in Aquila alla ramiera di Domenico Strina, dal quale fui richiesto urgendomi il giornaliero guadambio, e dopo un'anno circa mi congiunsi in matrimonio con la figlia dello Strina a nome Doralice con la quale vi ho cinque figli, quattro maschi ed una femmina. Dall'Aquila nel 1846 per vedute di guadambio, mi recai alla ramiera dei signori Marconi in Chiarino villaggio del circondario di Tossicia portandomi la mia famiglia, ed ho fatto colà dimora per circa dieci anni da dove mi allontanai da un anno portando meco parimenti la famiglia alla rameria del sig. D. Patrizio Spinozzi sita in tenimento di Frondarola dove ieri sera diunito ad un altro mio compagno fui arrestato dalla Gendarmeria Reale per mancanza di ricapiti, e tradotti fummo in queste prigioni.
Ad altra domanda ha soggiunto, per quanto mi dicono i gendarmi, dovevo seguirli per essere caduti in controvvenzione come sopra, ma io sono possessore di passaporto rilasciato in Bologna allorquando partii da colà, esso è regolarizzato dal visto del Vice Console di Fermo, e di diverse altre autorità, ed anche in Teramo, che esibito con altra carta di passaggio per Napoli ove mi recai col padrone della rameria Sig. Marcone ad oggetto di un acquisto di rame, rilasciata dal Sindaco di Tossicia fin dal 22 ottobre 1852.
Ad altra domanda. Il primo mio figlio di anni 12 in 13, il secondo 10, il 3.o 8, il 4. 6, e l'ultima che è la femmina di circa anni 4, domiciliato in Frondarola unitamente alla madre soprannominata.
D. Avete asserito d'essere possessore di un passaporto rilasciato in Bologna quando foste arrestato, perché non lo presentasti alla forza.
R. Il mio passaporto trovavasi in casa presso la mia famiglia, e trovandomi confuso non lo rammentavo.
Ad altre domande ha risposto negativamente, e dopo lettura del presente atto ha confermato i suoi detti, e non à altro d'aggiungere, o modificare, si è con noi, al cancelliere sottoscritto.

Giuseppe Adamoli
Flavio Chiarini
Pietro Bouchet Canc




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Documento 3 / 28-6-1857



Teramo il dì 28 Giugno 1857

COMMISSARIATO DI POLIZIA
DEL
PRIMO APRUZZO ULTRA
N. 2160

OGGETTO
Pietro Cantarini di Ascoli
Giuseppe Paradisi di Porto di Fermo
Giuseppe Adamoli di Milano



Al Signore
Il Sig. Intendente della Prov.a
Teramo


Signore

Mi è pervenuto stamane un rapporto del Sig. Capitano Comandante Gendarmeria Reale, manifestando che ieri sera individui suoi dipendenti si recavano a perquisire la taverna del Parroco D. Patrizio Spinozzi sita nella strada nuova che mena a Montorio, e propriamente nel ponte Tordino, rinvenendo ivi tre esteri sforniti di ricapiti per la qual cosa vennero arrestati e tradotti in carcere. Essendo stati stamane medesima a me presentati per le debite informazioni, ed uso di rigettamento, io ho preso esatto conto, ed ho ritenuto che il primo di essi Pietro Canterini è fornito di carta giustificativa rilasciatagli in Ascoli in data 18 cadente, e da me toccata nel visto arrivare. Stimo qui unire detta carta per le varie di lei osservazioni.
Il secondo Giuseppe Paradisi è un ricercato per aver abbandonato in Porto di Fermo sua patria quattro teneri figli, come dal di lei foglio 31. Marzo scorso anno 1. uff.o 3.o carico,n. 699.
Il terzo Giuseppe Adamoli dimorante da molti anni nella Villa Chiarini nella ramiera dei signori Marconi Comune di Castiglione da Valle, Circondario di Tossicia ed ora da un anno presso il predetto Sig. Spinozzi, col quale si è situato anche Pietro Cantarini.
Nel sommetterle quanto di sopra, sarei del rispettoso avviso, se Ella altrimenti non opina, che Adamoli debitamente garantito dal ripetuto sig. Spinozzi, di ripresentarlo a qualunque richiesta della Polizia, potersi abilitare col Cantarini munito di carta come sopra.
Mi attendo l'onore di di Lei venerati oracoli.
Il Commissario di Polizia
Flavio Chiarini


Dopo l'interrogatorio 28
Il Caterini si scarceri essendo munito di carte giustificative, per Paradisi si disponga il rimpatrio o obbligo con garanzia di passare alla moglie un competente assegno dopo però essere stato esitato [...]. Per Adamo si fissa [...] nel Carcere di Tossicia.
[...]




* * *

Documento 4 / 29-6-1857



COMMISSARIATO DI POLIZIA
Del
PRIMO APRUZZO ULTRA

N. 2161

OGGETTO

Giuseppe Paradisi, di Porto di Fermo.
Giuseppe Adamoli, di Milano.



Al Signore
Il Sig. Intendente
della Provincia

Teramo

Teramo il dì 29 Giugno 1857

Signore
In seguito all'antecedente mio rapporto di ieri N. 2160, mi pregio farle tenere gli atti d'interrogazione riscossi dagli arrestati che ricordo in margine, e ciò per l'uso convenevole.

Il Commissario di Polizia
Flavio Chiarini

* * *

Documento 5 (minuta relativa a comunicazioni dell'Intendenza di Teramo da inviarsi a vari destinatari) / 29-6-1857



N. 1770

Commessario di Polizia

+
Si restituisca

29 giugno 1857

In risposta alla pregiata sua di questa data N. 2161, in seno della quale mi sono pervenuti i verbali degli interrogatori dei due arrestati Giuseppe Paradisi di Porto di Fermo e Giuseppe Adamoli di Milano, unitamente ai vecchi recapiti di cui sono essi provveduti le dichiaro che può Ella mettere in libertà il primo di costoro, a condizione però che contraggasi egli che il suo mallevadore Federico Coletta l'obbligo penale di pagare carlini quindici in ciascun mese ai propri figli da lui abbandonati in Porto di Fermo. Le dichiaro altresì che può Ella scarcerare Giuseppe Adamoli di Milano, a condizione che una persona solvibile e di regolare condotta (purché non si tratti di un Ecclesiastico) lo prenda in consegna e si obblighi a presentarlo a qualunque richiesta della Polizia, sotto pena di ducati cento in caso di controvvenzione.

[firma ill.]

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Intendente di Aquila
Giudice Regio di Tossicia


(Al Giudice di Tossicia)

Nel giorno 27 andante per una causa di recapiti venne arrestato nel tenimento di questo Capoluogo un certo Giuseppe Adamoli, di Milano, di condizione ramiere, il quale fu poscia da me abilitato con malleveria, per avermi chiesto un passaporto speditogli dalla Delegazione Apostolica di Bologna ai 3 giugno 1842. Nell'interrogatorio cui fu sottoposto dichiarò che il suo genitore chiamato Carlo, oggi defunto, lo condusse fin dall'infanzia in Bologna, e dopo essere colà rimasto venti anni passò in cotesta Città, esercitandovi in Aquila, esercitandovi il suo mestiere presso Domenico Strina, colla figlia del quale chiamata Doralice si unì poscia in legittime nozze; che in seguito, e precisamente nel 1845 si trasferì in Villa Chiarino dove si mise a lavorare pel corso di circa dieci anni presso i componenti la famiglia Marconi, ramieri anch'essi; e che in ultimo, e precisamente circa un anno fa andò a travagliare in villa Frondarola, dove esiste una fonderia di rame appartenente a D. Patrizio Spinozzi.
Io quindi rivolgo a Lei la preghiera # di farmi conoscere la condotta politica, morale e religiosa serbata dal suddetto Adamoli in tutto il tempo del suo trattenimento costà.




(al Giud di Tossicia)

# definirmi esattamente la condotta politica, morale, e religiosa serbata dal suddetto Adamoli in tutto il tempo del suo trattenimento nel villaggio in Chiarino, e d'inviarmi l'estratto di perquisizione correzionale contro il medesimo

Procuratore Gen.le
Giu Regio di Teramo




Nel bisogno che ho di conoscere se i registri di cotesta G. Corte / cotesto Giudicato Regio presentino nulla a carico di Giuseppe Adamoli di Milano (il quale dopo avervi fatto domicilio pel corso di dieci anni, in villa Chiarino, dimora attualmente in Frondarola) mi è forza di rivolgere a Lei la preghiera di inviarmi l'estratto di perquisizione criminale / correzionale contro il medesimo.
Sicuro di sua compiacenza, le ne anticipo i ringraziamenti.

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Giudice Regio di Giulia

La prego di definirmi esattamente la condotta politica, morale, e religiosa serbata dal suddetto pontificio Giuseppe Paradisi di Porto di Fermo in tutto il tempo che ha fatto dimora in Ripattoni nella qualità di befolco presso Vincenzo di Alessandro di quella villa, e d'inviarmi l'estratto di perquisizione correzionale a carico del med.o

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Procuratore Gen.le

La prego d'inviarmi l'estratto di perquisizione criminale a carico di Giuseppe Paradisi di Porto di Fermo, di condizione agricoltore, il quale dopo aver dimorato tre anni in Ripattoni, stanzia attualmente in questa Città
Sicuro di sua compiacenza, le ne anticipo i ringraziamenti.

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Documento 6 / 3-7-1857



Giustizia Regia
del
Circond. Di Teramo

N. 319



Al Signore
Il Sig. Intendente della
Prov.a di

Teramo

Teramo 3 luglio 1857

Signore

Mi pregio farle tenere qui in seno il certificato di perquisizione correzionale sul conto di Giuseppe Adamoli di Milano, ora dimorante in Frondarola da Lei chiestomi con venerato foglio del dì 29 p.p. Giugno 1. Ufficio 3. Carico N. 1770
Il Giudice Regio
Ciccaglione




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Documento 7 / 3-7-1857



Il Cancelliere
del
Giudicato Regio del Circondario di Teramo

Certifica che avendo perquisito i registri penali di cancelleria ha rilevato che Giuseppe Adamoli di Milano, ora dimorante in Frondarola non è gravato di alcun reato.
In fede del vero ne rilascia il presente a richiesta del Sig. Intendente di questa Provincia.
Teramo 3 luglio 1857
Il Cancelliere


Visto
dal Regio Giudice
Ciccaglione


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Documento 8 / 5-7-1857



Il Cancelliere Sostituto del Giudicato Regio di Tossicia

Certifica

che Giuseppe Adamoli non è gravato di alcun reato sui registri di questo Giudicato Regio.

In fede
Tossicia 5 luglio 1857.

Il Canc Sostituto
Lattanzi (?)

Visto
Il Giud.e Regio
Muzi (?)


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Documento 9 / 5-7-1857



Giudicato Regio
N. 202


Al Signore
Sig.r Intendente della Prov.a
di
Teramo

Tossicia 5 luglio 1857

Signore

Giuseppe Adamoli di Milano, oggetto della venuta sua de' 29 Giugno scorso, N. 1770 1.° Uff. 3.° carico, durante il tempo della dimora in Villa Chiarino, serbò sempre lodevole condotta sotto tutti i rapporti.
Fattociò è risultato dalle informazioni prese.
Le rassegno intanto il certificato di perquisizione negativa del medesimo

Il Giud. Regio
Muzi (?)

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Documento 10 / 7-7-1857



Il Cancelliere della Gran Corte Criminale della Provincia del 1.° Apruzzo Ultra, certifica, che riscontrati d'ordine del Pub.o Mun.o i registri criminali, non si è trovato in essi riportato per alcun misfatto Giuseppe Adamoli di Milano, domiciliato in Frondarola. In fede
Teramo sette luglio 1857

F. Rubini incaricato Dottorelli Cancell

Visto
Dal Giudice
da Pub.o Min.o
[firma ill.]

* * *

Documento 11 / 27-7-1857



N. 2202

Arresti di Polizia
Direttore della Polizia Reale

La sera del 27 giugno p.p. per mancanza di regolari recapiti venne eseguito dalla Real Gendarmeria in una bettola situata a poca distanza da questa città lungo la nuova strada rotabile che mena in Montorio, l'arresto di Pietro Cantarini di Ascoli, Giuseppe Adamoli di Milano e Giuseppe Paradisi di Porto di Fermo.
Il primo di costoro avea precedentemente depositato in questo Ufficio di Polizia il foglio di via col quale erasi qui trasferito e che eragli stato accordato da Monsignor Deleg. Apostolico di Ascoli. Perciò ai 28 dell'istesso mese fateci restituire alla libertà. Giuseppe Adamoli di condizione ramiere esibì un passaporto speditogli dalla Delegazione Apostolica di Bologna ai 3 giugno 1842. Nell'interrogatorio cui fu sottoosto dichiarò che il suo genitore chiamato Carlo, oggi defunto, lo condusse fin dall'infanzia in Bologna, e dopo essere rimasto colà venti anni, passò in Aquila, esercitandovi il suo mestiere presso Domenico Strina, colla figlia del quale chiamata Doralice si unì poscia in legittime nozze; che in seguito, e precisamente nel 1846 si trasferì in villa Chiarino, dove si mise a lavorare pel corso di cira dieci anni presso i componenti la famiglia Marconi, ramieri anch'essi; e che in ultimo circa un anno fa andò a travagliare in villa Frondarola, dove esiste una fonderia di rame appartenente a D. Patrizio Spinozzi. Siccome il passaporto presentato dal med.o era regolare, così ai 29 del citato mese di giugno lo feci mettere in libertà previa malleveria d'idonea persona. Scrissi in pari tempo per avere le informazioni sulla condotta da lui serbata in Aquila, Chiarino e Frondarola.
Giuseppe Paradisi di Fermo esibì pur egli il passaporto accordatogli ai 14 ottobre 1854 dal Deleg.o Apostolico di quella Prov.a Pontificia. Sottoposto ad interrogatorio dichiarò che da circa tre anni avea prestato servizio nella qualità di garzone a Vincenzo di Alessandro di Ripattoni, e che poscia e precisamente pochi giorni prima del suo arresto erasi messo a servire nella stessa qualità presso l'Appaltatore delle Opere Pubbliche Federio Coiotti qui dimorante. L'anzidetto Deleg.o di Fermo mi avea scritto precedentemente che il mentonato Paradisi avea abbandonato quattro figli di tenera età in preda della miseria. Io quindi ai 29 dello stesso mese di giugno disposi l'abilitazione del med.o dal carcere, facendo però contrarre (giusta la presenza del ripetuto Delegato) si a lui che al mentonato Coletta nella qualità di suo mallevadore l'obbligo penale di far pervenire carlini quindici in ciascun mese alla sua famiglia. Contemporaneamente commisi al Giud. Regio di Giulia la cura di raccogliere e comunicarmi le informazioni sulla condotta da lui serbata in Ripattoni.
Mi pregio di rassegnarle tutto ciò per adempimento de' miei doveri.

* * *

Documento 12 / 15-8-1857



INTENDENZA
DEL SECONDO ABRUZZO ULTERIORE

Primo Ufizo - 3.° Carico - Polizia

N.i del protocollo
della spedizione 3445

Risposta al foglio del dì
N.

Oggetto.




Al Signore
Sig. Intendente di
Teramo



Aquila 15 agosto 1857

Signore

Nulla noi in contrario sulla condotta che ha serbato in Tempera Giuseppe Adamoli di Milano, per ciò che riguarda la politica. E' però censurabile nel lato della religione e della morale, non adempiendo ai doveri della prima, e frequentando le donne di cattivo costume.
Sono questi i chiarimenti che mi onoro manifestarle in replica al suo personale foglio del 29. Giugno ultimo N. 1770
L'Intendente
[firma ill.]


Fanno parte del saggio:

- una riproduzione del Passaporto rilasciato dal Cardinale Legato della provincia di Bologna (del Governo Pontificio) a Giuseppe Adamoli nel giugno 1842 per l'ingresso ad Aquila nel Regno di Napoli (pag. 282);

- una riproduzione della Carta di Passaggio rilasciata dal Sindaco di Tossicia a Giuseppe Adamoli nell'ottobre 1852 per un viaggio di lavoro a Napoli effettuato col sig. Marcone di Chiarino di Tossicia (proprietario di una ramiera) per un acquisto di rame.
La Carta di Passaggio, rilasciata nel Regno delle Due Sicilie dal 1836, era un documento necessario per muoversi da una provincia all'altra. Si pagava in ragione di un tariffario variabile, ma era rilasciata a titolo gratuito, per recarsi all'estero, a "bracciali e pastori di Terra di Lavoro e degli Abruzzi" (vedi: Marco Meriggio - Università di Napoli Federico II, "Sui confini nell'Italia Preunitaria" dal sito Internet www.sissco.it) (pag. 288)

Le suddette immagini, conservate nell'Archivio di Stato di Teramo, non possono essere qui riprodotte.


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