Intervista a Giuseppe Di Febo
di Franca Gualmini (8 dicembre 2010)


D: Quando hai cominciato a scrivere il tuo secondo romanzo?
R: 1999

D: Ci sono molti elementi autobiografici nel tuo libro?
R: Abbastanza.

D: E' un romanzo molto introspettivo come il precedente libro "Dieci passi verso l'azzurro"?
R: Si, evidenzia una serie di riflessioni sentimentali ed esistenziali, con un finale dedicato completamente all'amore.

D: Come nasce una trama?
R: In questo caso da una storia vissuta realmente. La traccia si lega sempre e comunque ad un vissuto che 'convince' lo scrittore.

D: Il primo romanzo trattava in maniera molto attuale e profonda il tema dell'amicizia. Questo nuovo romanzo tratta di amore?
R: Direi che tutte e due le storie sono un inno all'amore, in senso generale... cosmico.

D: Dal poco che ho letto di "Fuga dal sentimento" mi sembra di capire che sei un inguaribile ottimista: da dove viene questo tuo ottimismo?
R: Non lo chiamerei ottimismo... forse disperazione, speranza infinita in tutto quello che si chiama amore.

D: Quanto, in una società difficile come la nostra, può fare presa sui lettori un tema che tratta il sentimento vero?
R: Tanta presa, l'interesse sale alle stelle, perché in fondo tutti passano attraverso i propri sentimenti. Solo parlare d'amore è confortante, dona pace... in fondo, il successo della mia pagina in Facebook è dovuto solo ad esso, non parliamo di soldi, affari, lavoro...

D: Mi piace molto il tuo scrivere in maniera semplice ma per niente banale. Quale comunicazione hai voluto dare con questo romanzo?
R: Un segnale, una speranza, un conforto per quanti amano e vivono il dolore di un'eventuale fine...

D: Giuseppe, perché scrivi?
R: Mah, tanti disegnano, scolpiscono, cantano, io... scrivo.

D: Che importanza danno all'amore fisico i protagonisti del libro?
R: Lui molto relativa, lei...

D: Giuseppe, qualche esperienza toccante della tua vita che ti ha segnato?
R: Se non avessi tastato di personal la gioia, l'euforia, la disperazione, di un amore, non saprei mai interpretarla...

D: Come mai ora come ora l'universo maschile è così in regressione sul fronte amore,sentimenti e relazioni sincere? Come mai questi uomini sono impauriti dalle donne, partono bene con gli approcci e poi si perdono per strada?
R: Sarà la crisi esistenziale dell'uomo, travolto da falsi schemi mentali che non gli permettono più di abbandonarsi al sentimento... ma no, sono alti e bassi di una società che cerca se stessa!

D: Come mai gli uomini hanno perso pure il senso della coppia intesa come interagire a due, volano di fiore in fiore come calabroni pieni di testosterone, per calarsi magari solo nel momento in cui la paura di rimaner soli li allarma... sempre che decidano di posarsi a terra? Come mai questi uomini restano sempre in volo?
R: Dici? Non sai quante volte precipitano disastrosamente!

D: Questi uomini , che una mia amica ha definito 'uomini volanti' , tutti quei maschi che superata la soglia della pubertà partono per l'avventura sul pianeta Venere... ci volano, e rasoterra, ci volano da Marte, dal quale provengono, che cosa vogliono veramente questi uomini secondo te?
R: Partono da Marte, cercano Venere, ma trovano Giove, la guerra con i loro sentimenti, fino a quando non prendono coscienza di non essersi mai mossi da questa Terra, unico tramplino di lancio dell'amore, quello vero!