La Parola - Riziero - Lezione di Psicologia di Arturo Conte



Arturo Conte (1921-2009)

[Arturo Conte maestro di vita]

Arturo Conte
Lezione di Psicologia Generale

Università "G. D'Annunzio" di Chieti
Facoltà di Lettere e Filosofia (30 novembre 1988) - [Durata: 1:20:09]

La Parola - Riziero

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    "Le parole del linguaggio umano sono sempre di tipo positivo-negativo: angoscia-serenità, libido-destrudo, bene-male, bello-brutto, e così via. E sempre dicotomico, soprattutto nel campo emozionale, nel campo sensitivo, troviamo piacere-dolore. Non esiste una parola che sia atta ad indicare un processo vitale, perché se tu dici piacere escludi dolore, il dolore esclude il piacere. Non si scappa, non ci può stare un piacere dolente o un dolore piacente. Molti filosofi o psicologi del passato hanno cercato una relazione tra piacere e dolore. Schopenauer diceva che tutto è dolore, e che il piacere è soltanto una interruzione del dolore..."

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Arturo Conte ricorda Riziero Tosone

"Vi parlo di un uomo. Non è una parabola, né una leggenda, è un fatto. Dieci giorni fa è morto a L'Aquila, ucciso da un'automobile, un personaggio straordinario, si chiamava Riziero. Riziero era un ospite di Collemaggio, aveva 74 anni, ed era ospite di Collemaggio dall'età di 4 anni. Riziero, è stato definito da psichiatri, da luminari, oligofrenico. Era "oligo" in questo senso: piccolo, pelato... Ora io devo parlare in un linguaggio usuale: brutto, perché teneva una coccia lunga lunga. Oligofrenico, oligofisico, oligo-tutto! Oltretutto era "oligo" perché non teneva niente, non amava la proprietà privata, di nessun genere, quindi le regole della società, quindi anche quelle freudiane, produrre e amare; lui non ce le aveva, perché anche sessualmente era oligo-sesso, niente. Riziero era libero: usciva, entrava, si vestiva in modo curioso, si metteva camici bianchi, cravatte rosse, bandiere tricolori, bandiere rosse. Camminava per L'Aquila solo, e tu sentivi per quelle vie in discesa un canto stupendo, meraviglioso, ma non sentivi le canzone di moda, erano canti che nascevano mentre lui camminava, inventava parole e musica. Tutto, e cantava a squarciagola, cantava con tutta l'anima. Riziero era il canto. Quando vedeva un bambino - questo era il miracolo - i bambini si innamoravano di Riziero. Riziero era una specia di nume tutelare di tutti i bambini. Personalmente, qualche volta, quando mi capitava qualche bambino, di quelli muti, autistici che non vogliono avere nessun rapporto, dicevo: "Rizie'..." E Riziero li faceva parlare, con Riziero parlavano. Riziero era un bambino. Nietzche dice che si raggiunge l'infanzia nella terza fase, lui era sempre stato nell'infanzia. Io proposi che fosse fatto direttore di Collemaggio. Seriamente. O quanto meno direttore della Clinica di Neuropsichiatria infantile, perché nessuno come Riziero aveva capacità di rievocare la vita in bambini smorti!"