La nascita dell'IO - Lezione di Psicologia di Arturo Conte



Arturo Conte (1921-2009)

[Arturo Conte maestro di vita]

Arturo Conte
Lezione di Psicologia Generale

Università "G. D'Annunzio" di Chieti
Facoltà di Lettere e Filosofia (4 maggio 1990) - [Durata: 1:02:44]

La nascita dell'IO

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    "Io vedo volti ma non vedo me, perché come faccio a vedere me, anche se mi metto a guardare qua vedo una maglia, vedo un pezzo. La mia interezza non la posso vedere mai, ma questo non capita solo a me perché sono sfortunato, capita pure a voi. Voi vedete me, oppure girate lo sguardo e vedete gli altri, ma nessuno può vedere se stesso. Questa è una vecchia cosa, l'aveva già detta il filosofo napoletano Giambattista Vico, molto simpatico, molto simpatico... è uno da riscattare. Diceva: l'occhio che tutto vede non vede sé stesso. In fondo io sono per me stesso una ipotesi e un sospetto, cioè io mi debbo dedurre dal fatto che adesso voi mi state a guardare o ad ascoltare. Non ho mai la percezione diretta, immediata di me. Ho bisogno sempre del riscontro e di una deduzione anche se immediata e inarticolata, che mi viene attraverso la testimonianza. Dunque se in questo momento io sento a parlare a voi, perché vedo voi di cui ho certezza perché vi vedo, e da lì deduco che io esisto. Non è vero assolutamente che 'Cogito ergo sum', perché io vorrei vedere uno che si trovasse da solo nell'universo, negli spazi siderali, come fa a dire 'Cogito ergo sum' se non c'è un riflesso a sè. Infatti, è strano, nessuno riesce a parlare da solo, e se uno si mette a parlare da solo è sospettato. Se uno parla deve parlare ad un altro, che se parla da solo vuol dire che si è staccato, che prende il sé come un tu. Noi come possiamo dire il fatto di una deduzione ipotetica del proprio sé, della propria realtà: attraverso il riflesso che viene dagli altri. Noi questo lo chiamiamo, storicamente l'hanno chiamato, la riflessione. Hanno usato questa parola, la riflessione. Però senza neanche mai fermarsi a vedere che significa la parola riflessione, perché se lo avessero fatto forse avrebbero camminato in una direzione più chiara, più limpida. La riflessione, riflettere, è inizialmente puramente l'immagine speculare, cioè il fatto di stare allo specchio; e qui, se noi stiamo più accorti, possiamo capire qualcosa di più sul narcisismo".