Augusto Fichtner
Besozzo, il suo castello, i suoi sotterranei


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Il Mastio (foto 31)

        L’entrata odierna del Mastio non è quella originale, perché l’entrata primitiva si trovava al primo piano a cui si poteva accedere con una scala volante; sono visibili ancora i resti delle mensole in serizzo (foto 32), che sorreggevano la piattaforma di legno, e all’interno, sulla soglia, vi sono tracce di due solchi, come se fossero due alloggiamenti per travi di legno; al di sopra dell’entrata vi è una piccola apertura, che forse serviva per far passare qualche cosa per la manovra della scala.
        L’entrata odierna alla base della torre è piuttosto stretta, poiché è stata praticata, in epoca non precisata, nello spessore del muro; quattro gradini portano ad una specie di balcone, sotto il quale vi è un grande locale, che in origine era illuminato da una sola feritoia a forma di cono, sia all’interno sia all’esterno (ovvero come due coni che si toccano ai vertici), che era l’unica fonte di luce (foto 33); attualmente è illuminato da un enorme buco praticato in un lato della torre (foto 34), ed il proprietario afferma che questo fu fatto nel cinquecento da truppe spagnole per entrare e trafugare i valori ivi deposti. Questo locale, è posto a circa due metri al di sotto dell’entrata, e si può vedere che a quest’altezza i muri sono leggermente più spessi verso l’interno (50 cm ca.) del resto della torre, in modo da formare una specie di cornicione tutt’intorno, su cui sicuramente poggiavano le assi di un probabile pavimento; inoltre si può vedere che sotto quella specie di davanzale posto all’ingresso vi è una porta murata. Sicuramente vi era un collegamento tramite una scala, che molto probabilmente sfocia in un locale dove giungono i vari cunicoli sopra descritti (come ad esempio quello dettagliato nella foto 22), non escludendo, appunto, che da questo supposto ambiente, vi fossero delle diramazioni che collegavano la torre stessa, con varie parti delle mura, in particolare la parte del Castello rivolta a nord, dove il terreno degrada dolcemente verso la sella, e forse, uno giungeva alla torre che si trova all’ingresso del castello (vedi foto 3).