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Il R. Istituto Tecnico di Teramo
dal 1872 al 1924
a cura del Preside Dott. R. Massignan
Stabilimento Tipografico 'La Fiorita', 1924, pagine 206

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Pertanto — prosegue l'oratore — anche questi morti, anche i nostri morti, ebbero, in addietro, degne onoranze, E i loro nomi furono incisi nel marmo. Ma volgevano i tempi dell'ignominia. E la Patria era in gramaglie.
   E forse, coi vostri cuori, non vibrava, qui, tutta l'anima generosa del vostro popolo gagliardo. Per questo il rito odierno vuole assurgere, noi vogliamo che assurga all'importanza e alla solennità d'una cerimonia di espiazione.
   Per questo appunto invitammo intorno a noi — e li ringraziarne dal profondo del cuore d'essere venuti — i rappresentanti più cospicui di questa nobile cittadinanza: dalle autorità politiche e civili a quelle militari e scolastiche: dagli esponenti delle Associazioni patriottiche, degli eroici minorati di guerra, dei valorosi combattenti, del Fascio, della Milizia, a quelli della Stampa: dai docenti delle altre scuole alle più spiccate personalità cittadine.
   Per questo volemmo, sovratutto, che fossero, qui, con noi, i Parenti dei Caduti, che già spartanemente offersero alla Patria il loro acerbo dolore, e, pei quali, con la loro scomparsa, tanta luce si è spenta di speranze e d'azzurro. I Parenti dei Caduti, ai quali vorremmo dire: «Tergete le vostre lagrime e confortatevi col pensiero che i vostri figliuoli sono assurti al Ciclo degli Eroi e sono ora lieti di aver versato il loro sangue per la salvezza della Patria».
   Per questo, infine, volemmo ornare la nostra aula, così poco adusata agli orpelli dell'esteriorità, con l'augusta effigie del Re, che rappresenta la più alta espressione della Patria e della Nazione : e ponemmo al suo fianco, quelle di Vincenzo Comi, del cui nome si fregia questo Istituto, e del Preside prof. Montori, che, primo, ne resse le sorti.
   Ma ecco che, a questa nostra adunata, accorrono, anche, da ogni tempo, su dai regni della Morte gli spiriti immortali della nostra secolare Redenzione. E sembra si compiacciano e godano quasi del nostro rito.
   Ci sono tutti. Ecco Silvio Pellico che bacia le sue catene,

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