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Elementari, i colleghi cav. Stoppa, Scarselli e Fabbri per la stampa, il dott. Lorenzo Paris già presidente della Giunta di vigilanza, i proff. Rivoire, De Caesaris, Costanzo ed altri, un gentile gruppo di signore e signorine. Della Scuola tutto il Corpo insegnante e la studentesca al completo.
« Con gentile pensiero, l'Istituto Magistrale aveva inviato un mazzo di fiori avvolto in nastro tricolore, con questa dedica nobilissima:
« Ai fratelli eroici — per cui la morte fu aurora di vita immortale — sacramento di gloria ».
« In un trofeo di bandiere, sulla parete di fronte della grande Aula, campeggiava 1' effigie del Re. Ai due lati erano i ritratti di Vincenzo Comi, l'insigne teramano da cui l'Istituto prende il nome, e del prof. Mentori, che ne fu il primo Preside. Più in basso spiccava la figura del caduto Dino Danesi — dolce e forte giovinezza, sempre viva nel nostro ricordo! — e una magnifica pergamena con i nomi di tutti gli studenti morti in guerra preparata dall' infaticabile segretario Rag. Saverio Daniele.
« Iniziata la cerimonia con lo scoprimento delle targhe dei Caduti, prese la parola il Preside prof. Massignan, il quale con calda e commossa parola, con frase eletta e vigorosa, dominò e avvinse i cuori dell' eletto uditorio.
« Rievocato, in prima, il triste periodo nel quale, per debolezza di governi, fu disconosciuta la vittoria e per un oscuro disorientamento di anime fu negata la Patria, fu insultato il tricolore, furono offesi gli eroi, (oscuramento — ci è caro notare — che, per fortuna ed orgoglio nostro, l'Abruzzo non ne ebbe mai), 1' oratore esalta la gloria dei colori della Patria che oggi rifiammeggiano al bel sole d'Italia, il cui popolo può liberamente adunarsi nelle piazze dov'era 1'arengo del libero comune e dove, nell' età di Dante e di Petrarca, si adunava a cantar canzoni di amore, a celebrar le sue glorie, a dar tributo di lauri e di fiori ai suoi eroi.