VINCENZO COMI
Su Vincenzo Comi, al cui nome s'intitola il R. Istituto Tecnico di Teramo, ha pubblicato, nel 1908, un dotto studio bio-bibliografico, il can. cav. Giacinto Pannella, già docente di Lettere Italiane nella Scuola, per oltre un ventennio (1).
Rimandando, pertanto, alla poderosa opera di lui, chiunque avesse vaghezza di notizie più dettagliate, diamo qui qualche cenno del Comi e della sua vita:
Nato a Tarano Nuovo il 3 novembre 1764, da una famiglia oriunda di Lacera, Vincenzo Comi fa i suoi primi studi nel paesello natìo sotto la guida del prevosto del tempo D. Antonino Dottore De Ascentiis, dando sùbito prova di pronto e versatile ingegno. Viene, quindi, a Teramo, dove insegnano due dotti di grido: D'Atanasio Tamburini e D. Domenico Spinozzi di Rocciano (2).
E qui il giovane Comi affina l'intelligenza, completa la sua cultura letteraria e contrae quel grande amore per gli studi scientifici, a cui doveva, più tardi, consacrare tutta la sua laboriosa esistenza.
(1) Opere complete di Vincenzo Comi. Ristampa con uno studio bio-bibliografico di G. Pannella. 6 volumi, Teramo, G. Fabbri, editore, 1908.
^2) Un vero focolare di cultura era sul declinare del secolo XVIII la città di Teramo. Onde si disse che Acton la chiamasse l'Atene del regno e che il celebre Godronerà riferisse che in queste province aveva trovato Chie.il ricca, Aquila bella, Teramo dotta.