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ANNUARIO A.S. 1927-28 1928-29
R. Istituto Tecnico 'V. Comi' di Teramo
Quirino Valente (cura)
Tipografia Cioschi, 1930, pagine 141

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   torvo cinghiale, che sventra con terribili zanne, soggiace talora a una muta di cani, i quali l'inseguono e gli si avventano addentandolo a gli orecchi.
   Orde di cani selvatici osano dar la caccia a la tigre, ed il terribile carnivoro soccombe, alfine, dopo aver lasciato più d'uno degli implacabili aggressori disteso sul suolo. E' vinto, talora, il bufalo cafro da l'assalto dei iicaoni, ed il gatto si difende valorosamente contro cani, di esso più grossi e più forti. Il topo può lasciare esangue l'elefante, forandogli le zampe con i suoi denti appuntiti, come uccide, forse, il crotalo, mordendolo a la nuca.
   Aquile ed altri rapaci riescono a sopraffare vari animali, ma talvolta battono pure in ritirata per la resistenza non preveduta; ora sono i camosci che resistono vittoriosamente a la zuffa, ora sono le scimmie che ne escono vittoriose, e ciò riguarda l'aquila dal ciuffo.
   Marabù ed altri uccelli affini riescono col loro becco robusto a molestare in tal modo i leoni che questi si arrendono impotenti a continuare la lotta. I gatti aggrediscono le galline, avventandosi al loro collo e lacerandolo orribilmente, ma talvolta le galline li mettono in fuga, minacciandoli col becco o colpendoli.
   Il gatto preda il topo, ed il topo non di rado gli sfugge, abilmente nascondendosi. Un. micio ancora giovane ha, poi, da temere dei denti di un surmolotto. L'agile gazzella non può resistere con le corna al poderoso leone e trova scampo nei suoi garetti nervosi, che la rendono così veloce; tuttavia il carnivoro riesce a sorprenderla, ponendosi in agguato, e ne fa suo pasto. Sono note le precauzioni che sogliono avere i lupi nei loro assalti, nascondendo in parte le loro orme, ma pur queste astuzie sono sventate.
   Non solo antilopi e camosci hanno le loro vedette, per sfuggire a i pericoli, ma anche gli accorti babbuini: non per questo tali animali riescono sempre a schivare le insidie. La vipera uccide col suo potente veleno, più pericoloso nei mesi caldi, ma il riccio la sfida, perché refrattario al veleno, e riesce, per giunta, ad avere ragione del serpente, come, d'altro canto, si difende da la volpe, disponendosi a palla e offrendo gli aculei a l'assalitore, che non riesce a vincerlo senza insanguinarsi zampe e mascelle.
   Il formicaleone si nasconde nelle buche e preda le formiche, come il pregadio, nella sua posa apparentemente pacifica, ghermisce
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