così a trasformare la sua natura di classe dell'ordine economico in classe dell'ordine nazionale.
Mostra come la guerra stessa non fu se non un movimento e-sclusivamente sindacalista: quella stessa classe, che nel 1912 aveva affermata la necessità del sacrificio ed aveva rivelato la sua qualità di classe nazionale, nel 191.5, in aperta antitesi con i resti del bor-bonismo democratico e socialista, proclamò la necessità di una guerra nazionale, la quale, nel pensiero di Gorridoni e di Mussolini, doveva in seguito, a vittoria compiuta, trasformarsi in rivoluzione nazionale. La guerra quindi, e tutti gli eroismi in essa compiuti, hanno un profondo valore sociale: era il popolo, che attraverso la necessità del sacrificio ed attraverso una serie di aspre conquiste, assurgeva all'altezza di una immensa eredità di storia e di pensiero.
L'oratore rievoca tutte le vicende liete e tristi di 40 mesi di passione, ed afferma che con la guerra la lotta di classe, lotta sostenuta tra la classe nuova, rivoluzionaria, combattente e la vecchia classe statale, democratica, massonica, disfattista, caporettista, si portò ad operare su un terreno più vasto e nobile, sul terreno ideila storia e della 'Nazione.
A conferma del nuovo spirito della lotta di classe, rievoca i tristi eventi del dopo guerra: quando i fanti ritornarono alle loro case per riprendere il lavoro quotidiano, sulle piazze e sulle vie d'Italia, gente.fanatica e bieca proclamava la necessità della rivoluzione sociale; ancora una volta, come nel 1915, la classe dei Borboni, democratici e socialisti (classe ibrida formata da tutte le generazioni delle concezioni materialistiche) si scagliava contro la classe che aveva ereditato lo spirito rivoluzionario del Risorgimento; ancora uua volta la lotta di classe si manifestava sul terreno storico e nazionale. ^
Mostra quindi l'oratore come il Fascismo, nella sua funzione di antitesi e di lotta allo stato demo-liberale e di critica spietata ai sistemi socialisti, abbia una profonda, remota ragione d'essere ed una funzione assai vasta ed eroica; perché oggi, in mezzo al rinsaldarsi nei paesi d'Europa, delle idee democratiche e socialiste, l'Italia ha da difendere lo sua cultura, la sua storia, il suo Cristo latino. Compito vasto, nobile, imperiale affidato alla nuova gente che, nata dal travaglio duro di un secolo, si identifica oggi con la
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