Gelasio Adamoli
Innovazione tecnologica, impresa e competitività


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     Concluderemo accennando alla crisi del distretto. Esso infatti si trova ad affrontare le sfide della globalizzazione, che impongono la sua trasformazione da sistema chiuso a sistema che sappia estendere le sue relazione oltre la sua circoscrizione territoriale. Da questo dipende la crescita non solo quantitativa ma anche qualitativa del distretto.
     Distretto industriale ed economia globale, in conclusione, non sono antitetiche ma piuttosto complementari.
     Il presente lavoro termina con alcune considerazioni finali in cui si espongono alcuni brevi suggerimenti per un’adeguata politica dell’innovazione.

Capitolo 1.
L’innovazione nel pensiero di Joseph Alois Schumpeter

1. Introduzione

     Nella storia del pensiero economico la prima approfondita trattazione dell’innovazione appartiene all’economista austriaco Joseph Alois Schumpeter autore della Teoria dello sviluppo economico (1) (pubblicata nel 1911). L’opera rappresenta il principale contributo dell’autore alla disciplina economica.
     Al tempo della sua pubblicazione fra gli economisti di professione dominava incontrastata la teoria marginalistica, con i suoi due rami, quello dell’equilibrio generale, elaborato da Walras (2) e Pareto, e quello degli equilibri parziali. (3) L’analisi dello sviluppo praticamente non esisteva: lo sviluppo era considerato un problema di carattere storico, che non era compito del teorico analizzare; le fluttuazioni economiche, a loro volta, erano considerate come perturbazioni provocate da fattori esterni al sistema economico.

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(1) ) Ai contenuti di quest’opera fa riferimento il filone di pensiero economico, in materia di innovazione, denominato paleo-schumpteriano (Cfr. Enciclopedia della Finanza, “Edizione speciale Milano Finanza”, Garzanti, Milano, 2002, alla voce “innovazione”).

(2) ) Nella Prefazione all’edizione Giapponese della teoria dello sviluppo economico Schumpeter afferma di essere debitore nei confronti di Walras più che verso qualsiasi altro economista e di dovergli, in particolare, il concetto di sistema economico e il suo apparato teorico.

(3) ) Alla teoria dell’equilibrio economico generale e alla teoria degli equilibri parziali fa riferimento il filone di pensiero economico, in materia di innovazione, denominato neoclassico. Il filone neoclassico considera l’innovazione un fatto esogeno al sistema economico in una visione statica che non tiene conto del carattere dinamico e discontinuo del fenomeno innovativo. (Cfr. Enciclopedia della Finanza, “Edizione speciale Milano Finanza”, Garzanti, Milano, 2002, alla voce “innovazione”).