Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Abitazioni nell'URSS (1953)

Abbiamo commentato fra lavoratori la risposta in merito alla spesa del cittadino sovietico e qualcuno ha espresso la sua meraviglia per il fatto che i cittadini sovietici pagano ancora l'affitto. Ma lo Stato non agevola fortemente i lavoratori affinché tutti possano avere la loro casa? (Un gruppo di compagni di Sampierdarena)

           Devo anzitutto ricordarvi, cari compagni, che lo Stato sovietico si trova ancora nella fase socialista nella quale vige il principio «da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro».
           Da ciò deriva che, attualmente, partendo da una comune piattaforma di benessere, garantito dalla sicurezza di lavoro per tutti i cittadini sovietici e da un salario normale superiore a quello che sarebbe sufficiente per la soddisfazione dei bisogni fondamentali della vita, si manifestano possibilità diverse di consumi in funzione delle diverse capacità individuali espresse nel lavoro.
           E' quindi oggi possibile che lavoratori sovietici siano già proprietari delle loro abitazioni e che altri lavoratori siano ancora soltanto affittuari. L'importante è che lo Stato assicuri ad ogni cittadino una casa degna e che l'onere del fitto sia adeguato al livello medio dei salari. E su ciò credo che il nostro giornale abbia già offerto elementi abbastanza precisi, non solo informando il lettore sull'impetuoso sviluppo delle costruzioni edilizie e sull'aumento della popolazione urbana dell'Unione Sovietica, ma anche facendo conoscere gli indici di incidenza dei fitti sul salario medio totale.
           Vi ricordo che, normalmente, nell'URSS il fitto rappresenta al massimo il 2% del salario: in Italia, anche quando si parla dei così detti fitti bloccati, che dovrebbero raggiungere, con i nuovi aumenti, cifre mensili di 12-15.000 lire anche per modesti appartamenti, l'incidenza sul salario normale supera il 25-30%.
           Inoltre nell'URSS la proprietà edilizia, anche quando è privata, non può mai raggiungere la forma della speculazione. La proprietà individuale è sempre destinata all'uso famigliare e la proprietà degli appartamenti in affitto risale sempre o al Soviet locale o alle aziende amministrative dello Stato o alle aziende industriali o commerciali.
           Lo Stato incoraggia in forma concreta lo sviluppo delle costruzioni di case di proprietà individuale, sia accordando crediti a bassissimo tasso di interesse — l'1% — sia cedendo le aree per le costruzioni a condizione di grande favore di prezzo e di modalità di pagamento.
           Credete pure, cari compagni, che nell'Unione Sovietica i Piani quinquennali (nell'ultimo di essi è stata prevista la costruzione di dodici milioni di metri quadrati di abitazioni di proprietà personale) sono qualcosa di diverso dai vari Piani Fanfani.




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