Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Democrazia in Bolivia (1953)

Ho letto più volte sull'Unità interessanti notizie sulla Bolivia. L'attuale governo è veramente democratico? (Luigi Forlani e altri)

           Ho sotto gli occhi la pagina dell'atlante in cui è riprodotta la carta politica dell'America latina. L'immenso territorio si stende per 11.000 Km. dal Messico alla Terra del Fuoco e diecine di Stati, da quelli minuscoli dell'America centrale al Brasile, grande quanto un continente, segnano con i loro nomi tanta storia dell'umanità, di schiavitù e di lotte popolari per la liberazione dell'uomo. Dal Messico, lo Stato che, insieme con la Guatemala, ha raggiunto, in quella parte del mondo, il maggior sviluppo delle libertà democratiche, e Cuba, al Venezuela, al Perù. Paesi dominati da regimi di tipo fascista, l'America latina presenta tutte le gradazioni di un mondo in evoluzione e che è alla ricerca di una concezione unitaria per liberare diecine di milioni di uomini dalle catene della miseria e dell'oppressione.
           Più della metà di quei 120 milioni di uomini che popolano quelle terre appartengono allo squallido esercito degli «affamati cronici»: da un antico dolore e da una nuova coscienza si sprigiona una forza di progresso che è già riuscita a rompere in diversi settori le soffocanti strutture feudali tenute in piedi dall'alleanza del capitale nordamericano con la Chiesa cattolica, la più grande proprietaria di terre nell'America latina, sin dal tempo della dominazione spagnola.
           In questo grande quadro la Bolivia presenta le più significative conquiste di questi ultimi anni, del movimento di indipendenza nazionale, e di progresso sociale che si sviluppa in quel continente.
           Lo spirito del movimento democratico che ha caratterizzato la coalizione antifascista della seconda guerra mondiale ha esercitato una profonda influenza su tutta l'America latina e la Bolivia è stato uno dei Paesi in cui le masse popolari hanno saputo trasformare in conquiste politiche le loro aspirazioni e le loro speranze di redenzione.
           Anche la Bolivia era caratterizzata da governi personali in cui si avvicendavano i dittatorelli asserviti all'imperialismo yankee, anche la Bolivia presentava i più paurosi contrasti sociali: 600 famiglie assorbivano l'intera proprietà della terra e la fondamentale ricchezza del paese, le miniere di stagno, era nelle mani del capitale nord-americano.
           Nelle elezioni del 1950 trionfò il Movimento Nazionale Rivoluzionario, partito rivoluzionario piccolo borghese, alla cui testa vi è un uomo che ha dimostrato grandi capacità e una chiara onestà: il prof. Victor Paz Estensoro. Ma le vecchie corrotte cricche reazionarie, strumento degli Stati Uniti d'America, non vollero accettare la volontà del popolo che per l'80% si era schierato nel fronte anti-imperialista e, attraverso la dittatura militare del generale Ballivian, cercò di perpetuare con la forza un potere condannato dal popolo.
           I minatori e i contadini poveri boliviani avevano però ormai acquisita la coscienza della loro forza, del loro diritto e nell'aprile 1952 una eroica insurrezione popolare spazzò via gli usurpatori e i traditori. Paz Estensoro, il legittimo Presidente democratico, rientrò dall'esilio e venne salutato dal nuovo esercito popolare costituito dagli operai e dai contadini.
           Da allora si è iniziata la profonda trasformazione delle strutture economiche e sociali della Bolivia il cui processo appare in pieno sviluppo.
           Il programma di Estensoro: 1.o) suffragio universale per le concessione del voto anche alle donne e agli analfabeti; 2.o) nazionalizzazione delle miniere; 3.o) riforma agraria; ha già trovato in apposite leggi la sua concreta applicazione.
           Indubbiamente il governo di Estensoro si è trovato dinanzi a grandi difficoltà, soprattutto per gli ostacoli frapposti dai capitalisti americani già detentori dei pacchetti azionari delle miniere di stagno. Il governo degli Stati Uniti ha tentato di soffocare l'economia boliviana boicottando gli acquisti di stagno; ciò ha costretto il governo boliviano a stipulare contratti a prezzo sottocosto con la Gran Bretagna.
           La soluzione della difficile situazione creata dalla cintura imperialista riposa nella ricerca di altri mercati: Unione Sovietica, Cina, Paesi a nuova democrazia. Verso questa direttrice l'azione di Paz Estensoro si è dimostrata, sinora, molto timida ed incerta nonostante la crescente pressione che, in tal senso, esercitano le masse popolari.
           IL 2 agosto è stata promulgata la legge sulla riforma agraria (il nostro giornale informerà in proposito dettagliatamente i lettori) ma in realtà essa era stata preceduta da un impetuoso movimento rivoluzionario contadino che aveva occupato le terre scacciandone i latifondisti parassitari.
           La liquidazione in atto del vecchio esercito, braccio della reazione imperialista, costituisce un altro elemento di consolidamento del governo democratico, ma anche in questo campo l'azione di Estensoro, per la creazione di quella organica «milizia operaia» richiesta dai sindacati, non appare decisa.
           In conclusione allo stato attuale delle cose la Bolivia si presenta come un Paese che, guidato da uomini onesti e capaci, cammina sulla strada dell'indipendenza nazionale e della giustizia sociale. Alcune incertezze del governo su punti importanti della vita nazionale denunciano l'influenza che elementi della destra conservatrice riescono ancora ad esercitare.
           Ma le conquiste popolari appaiono solide e per il bene del popolo boliviano, per il progresso dell'umanità, noi auguriamo pieno successo alla eroica lotta degli operai, dei contadini, degli intellettuali di avanguardia di quelle terre che, finalmente, ha visto levarsi il sole della libertà.




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