Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Falso e vero (1953)

Ancora recentemente su qualche giornale sono state pubblicate delle presunte dichiarazioni del compagno Togliatti secondo le quali, al XVI Congresso del P. C. svoltosi a Mosca nel 1930, egli avrebbe, fra l'altro, dichiarato di avere abbandonato la cittadinanza italiana per assumere con «particolare orgoglio» la cittadinanza sovietica. E' possibile smentire nettamente questa calunnia? (Marco Rossi) / In relazione al contenuto di alcuni manifesti elettorali sono nate delle discussioni sullo stato di servizio militare del compagno Togliatti. Potresti darmi qualche elemento per smentire le sciocchezze che sono state dette? (Valerio Zannoni)

           Nella polemica spicciola quotidiana spesso i compagni si trovano di fronte a delle affermazioni che, per quanto siano il frutto del più tipico anticomunismo dei deficienti, pare che talvolta riescano ad assumere un certo peso per il giudizio degli uomini e delle idee. Giungono sul mio tavolo, con una certa frequenza, lettere che riferiscono volgarità e calunnie pronunciate nei confronti dei nostri compagni dirigenti, e del nostro compagno Togliatti in particolare, ed è comprensibile il desiderio dei compagni di controbattere il loro interlocutore non con un atto di fede ma con fatti e documentazioni.
           Tali lettere, in genere, non vengono raccolte in questa rubrica e certamente i compagni interessati non vorranno dolersi di ciò poiché essi stessi comprenderanno che non è sul terreno della bassa polemica che noi vogliamo ridurre il dibattito delle idee.
           Questa volta ho voluto però riferirmi a due delle ultime lettere ricevute su questioni del genere poiché esse mi hanno portato a considerare quanto sia stata giusta la decisione della Direzione del nostro Partito — e prezioso il personale contenuto del compagno Togliatti affinché tale decisione potesse realizzarsi — di provvedere alla pubblicazione di una biografa del nostro Segretario Generale o di «qualcosa che a una biografia assomigliasse — come si è espresso lo stesso compagno Togliatti — perchè è giusto che circa la vita di un compagno di cui molti, amici e nemici, si interessano e raccontano un mucchio di cose non sempre vere, si faccia conoscere la verità».
           Qualche giorno fa, esattamente il 30 giugno, è stato finito di stampare per conto delle Edizioni di Cultura Sociale il volume «Conversando con Togliatti» in cui sono raccolte note biografiche a cura di Marcella e Maurizio Ferrara.
           Ho qui sul mio tavolo il volume e penso che se esso fosse già noto a coloro che ancora accettano — e voglio credere in buona fede, benché vi siano dei limiti fissati dal buon senso, se non dalla conoscenza, oltre i quali non si riesce a scorgere che malafede o cretinismo — le infami calunnie che vorrebbero infangare addirittura il profondo sentimento nazionale del compagno Togliatti, il compagno Rossi non avrebbe dovuto subire l'amarezza di una veramente poco nobile discussione.
           Tutta la vita del compagno Togliatti, proprio perchè e la vita di un comunista, di un uomo profondamente legato al popolo, è guidata da un grande amore di patria e tutta la sua opera, permeata della nostra storia, delle nostre tradizioni, delle speranze del nostro popolo appare l'opera di un grande italiano.
           La «dichiarazione» si smentisce da sé, anche perchè non esiste nessun XVI Congresso del P.C. di Mosca (il P.C.I. ha tenuto il suo IV Congresso a Colonia nel 1931; il Congresso dell'Internazionale Comunista, a cui partecipò Togliatti come uno dei due relatori, a fianco di Dimitrov, fu il VII e avvenne nel 1935; la citazione che avrebbe dovuto dare un tono di ufficialità alla calunnia è stata fatta completamente a vanvera).
           Per rispondere all'altra domanda cito testualmente dal volume ricordato: «Togliatti, giudicato inabile alle prime visite, servì volontario in organizzazioni militari sanitarie, in ospedali territoriali e in un ospedale da campo nella valle dell'Isonzo. Riconosciuto abile nel 1916, fu soldato nel 54.o Reggimento di Artiglieria e poi, dietro sua richiesta, nel 2.o reggimento Alpini. Da questo fu inviato, nel 1917, alla scuola allievi ufficiali di Caserta, dove compì il corso di cinque mesi ed ebbe tra gli insegnanti Luigi Russo, allora capitano e reduce dal fronte.
           Nominato ufficiale, la nomina non ebbe effetto, perché in questo ultimo periodo fu travagliato da fastidiose malattie polmonari, e passò dall'uno all'altro ospedale militare prima di essere lasciato libero per una lunga licenza, alla quale seguì il congedo».
           Ed ora, cari compagni, procuratevi il volume «Conversando con Togliatti». Sono convinto che non avrete più bisogno di chiedere al nostro giornale elementi particolari per far risaltare, nelle vostre discussioni, la grande figura storica del compagno Togliatti.




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