Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unitą" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Prigionieri nell'U.R.S.S. (1953)

I propagandisti d.c. speculano ancora sui prigionieri italiani in Russia. Ma il ministro Pacciardi non aveva dichiarato alla Camera che nell'URSS non vi sono prigionieri italiani? (Rocco Bovio e altri Via Rivarolo. 5-4)

           Non ho voluto rispondere a domande di questo tipo postemi nel corso della campagna elettorale da numerosi lettori, non solo perchč tale questione era stata oggetto di precedenti «lettere», ma soprattutto perchč la inumana speculazione elettoralistica da parte dei clericali era troppo evidente perchč meritasse una particolare attenzione.
           Rispondo ora non per chiarire nuovamente una situazione da tempo definitivamente chiarita, ma solo per far notare, a coloro che ancora si fanno impressionare dalla crudele propaganda dei comitati civici, la scomparsa dalle colonne dei giornali governativi del «tema dei prigionieri italiani in Russia» non appena cessata la campagna elettorale.
           Se tutto dipendesse da De Gasperi e soci, neanche per la revisione delle vergognose pensioni di guerra le mamme e le spose dei nostri fratelli, condotti alla morte dall'aggressione fascista, apparirebbero pił ricordate dalla Patria debitrice.
           E' solo nel corso delle campagne elettorali, che i falsi sacerdoti, magari quelli stessi che benedissero le avventure di guerra del fascismo, si ricordano del dolore di tante creature umane, non per confortarlo ma per renderlo pił lancinante.
           A coloro che mi hanno chiesto ancora una volta elementi sulla questione dei prigionieri nell'URSS, il vergognoso frastuono creato nel corso della campagna elettorale dalla propaganda governativa e il suo cinico silenzio di oggi dovrebbero dare una risposta definitiva.




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