Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Papà Goriot (1953)

Vorrei conoscere i motivi che vi hanno consigliato a pubblicare sul nostro giornale il romanzo «Papà Goriot» di Balzac. (Marino Somma - Genova)

           Nella prefazione alla «Commedia umana», l'opera che raccogliendo la enorme produzione letteraria di Balzac fissa in una folla di personaggi e in una complessa e completa varietà di situazioni la società di quel tempo, di cui lo stesso Balzac costituisce un tipico personaggio, è scritto: «si riconoscerà che io accordo ai fatti costanti, quotidiani, segreti o patenti, agli atti della vita individuale, alle loro cause e ai loro principii, la medesima importanza che finora gli storici hanno ammesso agli avvenimenti della vita pubblica delle nazioni».
           Nelle stesse parole dello scrittore francese, che costituiscono di fatto una definizione del realismo, tu puoi trovare, caro compagno, i motivi per cui il nostro giornale, il giornale del Partito Comunista, ha voluto accostare i suoi lettori al genio immortale di Honoré de Balzac.
           I personaggi di Balzac scaturiscono sempre da un fenomeno, da una realtà sociale, ed essi si presentano non soltanto come espressioni di un mondo, ma divengono accusatori e anche giudici dei vizi, degli errori, della corruzione, delle nobiltà di quel mondo.
           I personaggi di Balzac e gli «ambienti» nei quali essi si muovono, formano nel loro insieme un grande quadro armonico e convalidano il titolo di «Commedia umana» dato da Balzac alla sua opera e che col suo evidente richiamo alla Commedia divina di Dante avrebbe potuto far pensare ad un peccato di presunzione.
           La società in cui matura il genio di Balzac è quella che, dopo la rivoluzione francese, vede il trionfo di una borghesia affaristica, avida di guadagno, dominata dal culto del denaro «l'unico dio moderno nel quale si abbia fede», come dice lo stesso Balzac.
           Balzac politicamente si può definire un reazionario, poiché egli era un legittimista e come tale, auspicava il ritorno in Francia della dinastia borbonica. Inoltre nella sua produzione ritornano gli influssi di alcune concezioni cattoliche, poiché cattolica era la sua fede religiosa. Ma ciò non vieta affatto a noi comunisti di apprezzare pienamente il genio del grande scrittore francese e di rilevare il contributo che egli ha portato al progresso della società umana.
           Sia Marx che Engels si interessarono criticamente dell'opera di Balzac. Engels definì Balzac «scrittore realista molto più grande dello Zola» e rilevò che la satira di quel «legittimista» non appare mai tanto acuta, mai tanto amara come quando egli rappresenta gli aristocratici. Le poche persone di cui Balzac parla con ammirazione, afferma sempre Engels, sono i rappresentanti del popolo.
           E Carlo Marx, analizzando il romanzo di Balzac «Les paysans», in cui è trattata la vita delle campagne francesi, rileva la decisa denuncia del sistema usurario che come una grande piovra soffoca la classe dei contadini e trova nel fecondissimo scrittore (10 volumi di opere giovanili, 96 volumi della Commedia umana, 6 opere teatrali, centinaia di opuscoli e di articoli) una «straordinaria comprensione dei rapporti reali fra gli uomini e le classi». Il tema di «Papà Goriot» è l'amore paterno che resta nel suo profondo valore umano nonostante gli aspetti morbosi che esso assume per la completa dedizione di un padre alle figlie colpevoli.
           Sono certo che leggendo sul nostro giornale questo capolavoro, non solo della letteratura francese ma della letteratura mondiale, tu stesso troverai la conferma del grande significato sociale dell'opera di Balzac che non è affatto diluita da qualche tinta di romanticismo, da alcune enfasi e da alcune colorazioni retoriche che sopravvivono nel suo realismo.




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