Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Composizione delle liste (1953)

Ho letto la composizione delle liste dei candidati del vostro Partito ed essa non mi ha troppo illuminato: candidati operai, contadini, intellettuali, o medaglie d'oro o perseguitati politici non compaiono forse anche nelle liste dei partiti governativi? Per permettere un giudizio preciso dovreste porre a confronto la composizione sociale complessiva delle vostre liste con quella dei partiti a voi avversari. Inoltre voi affermate sempre che quello che conta è il Partito, ma quando vi conviene puntate anche sulla qualità degli uomini. (Luigi M. - Sampierdarena)

           Siamo d'accordo: può essere di grande interesse mettere a confronto la composizione sociale delle varie liste dei candidati al Parlamento e questo aspetto è stato già da noi considerato. Il fatto è che solo il nostro Partito ha presentato, sia su scala nazionale che regionale, le caratteristiche generali delle liste dei candidati comunisti.
           Può darsi che qualche nome di operaio o di contadino si legga anche nelle liste dei partiti governativi, ma non ci pare molto interessante approfondire questo punto. La cosa che ci interessa - e che deve interessare la stragrande maggioranza degli elettori italiani - è che nelle liste della d.c. e dei suoi parenti fanno spicco i più bei nomi dell'annuario delle Società per azioni, nomi di dirigenti dei grandi monopoli, di banchieri, di dirigenti della Confida e della Confindustria, nomi di ex gerarchi fascisti, di monarchici, ecc.
           Le sarà facile comprendere perché la d.c. e gli altri partiti governativi si guardino bene dal pubblicare la composizione sociale delle liste dei loro candidati al Parlamento. Sarebbe sufficiente la sola elencazione statistica degli industriali, dei banchieri, degli agrari, degli armatori, eccetera, che si raccolgono sotto lo scudo crociato o sotto le false insegne socialdemocratiche, liberali e repubblicane, per fare emergere tutta la demagogia e l'inganno dei programmi «sociali» dei creatori della legge-truffa, ammesso che di programmi si possa parlare per certi partiti.
           Credo che anche se la enunciazione delle qualifiche dei candidati comunisti non le dice troppo (ma proprio non le dice niente, che degli 811 candidati, 216 abbiano conosciuto il carcere fascista totalizzando 1438 anni di condanna e 318 siano stati partigiani combattenti?), mi auguro che le dica qualcosa di più il fatto che solo i comunisti abbiano sentito il dovere di presentare chiaramente al corpo elettorale il volto delle loro liste.
           Sarà nostro compito far conoscere anche il vero volto delle liste dei partiti avversari, far conoscere i candidati d.c. e parenti uno per uno, cosa rappresentano, cosa dicono di essere e cosa in realtà essi sono.
           In relazione all'ultima parte della sua lettera, mi permetta di risponderle con le parole pronunciate da Togliatti al recente Consiglio Nazionale del nostro Partito: «Non esiste nel nostro Partito la possibilità di creare dei piedistalli per persone che non ne siano degne. Non esiste questo pericolo. Noi sappiamo valutare gli uomini, metterli al loro posto e giudicarli sempre criticamente.
           Detto questo io vorrei perciò precisare che sarebbe un grave errore se noi non apprezzassimo esattamente quello che contano gli uomini nella vita, nelle lotte dei popoli, delle loro avanguardie, delle nazioni e della loro parte migliore. Se vi sono nel mondo delle grandi idee queste grandi idee sono sorte dallo sviluppo stesso delle cose, dai rapporti naturali, dall'ingresso sulla scena della storia di nuove masse umane, dal progresso della loro coscienza. Noi siamo i portatori di una grande idea e a questa grande idea, noi sappiamo che spetta l'avvenire, ma noi sappiamo in pari tempo che le idee non hanno le gambe e neanche la testa e che spetta agli uomini di elaborarle, di perfezionarle e di portarle avanti con l'azione loro.
           In questo lavoro anche i singoli contano. Questo dovete saperlo in generale e dovete ricordarlo sempre anche quando esaminate il modo come va, come procede, come si sviluppa il lavoro di una grande organizzazione di partito e di massa. L'attività dei singoli conta: è decisiva».
           Anche queste parole del nostro massimo dirigente possono aiutarla a farle capire perché il Partito Comunista è un forte, grande Partito: grande per la sua idea, grande per la sua capacità di formare e di portare avanti gli uomini che a quella idea sappiano dare sostanza.




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