Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Logica della sopraffazione (1953)

Il contemporaneo scioglimento della Camera dei Deputati e del Senato e la decisione di procedere alle elezioni con una riforma elettorale fatta a metà, sono stati motivi di discussione fra di noi. Ti pare logico eleggere i deputati con un sistema che non è più quello del 1948 e nello stesso momento i senatori con un sistema che è sempre quello del 1948? Tutte le ragioni addotte dal governo per sostenere la sua legge che significato possono ancora avere se il Senato viene eletto con gli stessi criteri di cinque anni fa? (Paolo Viacava e altri)

           La discussione nella quale vi siete impelagati ben difficilmente potrebbe giungere ad una conclusione attraverso il filo logico di un ragionamento per il semplice motivo che tutto ciò che è accaduto nel nostro Paese in queste ultime settimane non ha alcuna logica se non quella della sopraffazione.
           Le pagine che la Storia dedicherà a questo periodo della nostra vita nazionale, raccogliendo gli atti ufficiali (la stessa questione di fiducia posta da De Gasperi in quel momento e in quei termini è un atto ufficiale che nessuno potrà cancellare e le cui responsabilità storiche sono definitive) e gli avvenimenti così come sono registrati nelle cronache, fisseranno uno degli episodi più indicativi della decadenza e della corruzione di una classe dirigente incapace di assolvere ormai ad una qualunque funzione nazionale.
           La violenza legalizzata, l'imbroglio esaltato come una morale di ordine superiore, la complicità «a blocco» di tutti gli istituti e le persone che, in una forma o nell'altra avrebbero dovuto tutelare la legge e la Costituzione oltre che il costume politico, non possono tanto offrire materia di ragionata discussione, quanto alimento alla volontà degli uomini onesti per intensificare la lotta contro i ladri di seggi, i rapinatori di portafogli ministeriali e le varie "forchette" che vanno infestando le nostre belle contrade.
           Qualche «logica» cari amici, potreste trovare nel caso Ruini?
           Ruini, portato fuori dalla penombra del suo crepuscolo politico dalla tiepida maggioranza clericale alla ricerca affannosa di un Presidente tutto-fare, restando in carica meno di quattro giorni e occupando di fatto il dorato seggio presidenziale solo per poche ore è riuscito, coscientemente, a provocare il più violento tumulto che mai si sia registrato in un'aula parlamentare, a dichiarare approvata una legge mai votata, a redigere un verbale in cui figurano presenti gli assenti, favorevoli gli oppositori e in cui, come prima applicazione della legge rubavoti, si dichiarano più voti favorevoli di quelli che risultano dallo stesso verbale, per consegnare infine, il primo Senato della Repubblica Italiana nelle mani di De Gasperi affinché il capo-banda potesse provvederne alla sepoltura, anche senza i sacramenti.
           Ruini, eletto alle ore 17 del mercoledì 25 marzo, la domenica successiva, 29 marzo, alle ore 15.53 chiudeva la sua carriera di Presidente-lampo lasciando alla Storia un ritratto perfetto di «democratico» dell'era atlantica. E volete su tutto ciò un discorso «logico»?
           Voi dite ancora: ma che tipo di elezioni saranno quelle del 7 giugno in cui si voterà con sistemi e con leggi diverse? E' possibile che in un paese che si vorrebbe chiamare civile e ordinato le elezioni per la formazione delle due Camere che hanno fondamentalmente gli stessi poteri costituzionali, che con un lavoro congiunto debbono provvedere all'atto più importante per un ordine politico, alla formazione delle leggi dello Stato, è possibile che tali elezioni, pur effettuandosi nello stesso giorno, possano essere svolte con criteri tanto difformi? E' possibile che in una stessa legislatura i deputati possano avere, secondo la loro origine politica, un valore raddoppiato o dimezzato mentre i senatori saranno eletti al di fuori del mercato nero del premio di maggioranza?
           E quale significato ha più la famosa «stabilità di governo» per sostenere la legge-truffa quando uno dei rami del Parlamento, il Senato, non dovrà subire il peso morto di una maggioranza artificiale?
           La doppia elezione dei deputati e dei senatori, dunque, fa emergere ancora di più il carattere truffaldino della legge imposta, senza neanche la votazione al Senato, della maggioranza clericale.
           E allora potremmo concludere, cari amici, che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi se, in questo caso, il diavolo non fosse ancora occupatissimo a tentare la fabbricazione delle stesse pentole.
           Il diavolo, ci dicono, si combatte con speciali esorcismi. Gli italiani onesti, ossia la stragrande maggioranza degli italiani, hanno pronto l'esorcismo adatto: il voto del 7 giugno che deve essere soprattutto il voto dell'onestà contro la furfanteria legalizzata.




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