Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Del discutere (1953)

Sono un lettore assiduo dell'Unità benché non ne condivida spesso le opinioni. Perché mettete tanto impegno per la salvezza di due spie americane e avete dimostrato tanto odio verso gli undici di Praga? Ogni tanto vengono scoperti dei traditori – come voi li definite – nelle democrazie popolari, perché non vi possono essere dei traditori nelle altre Nazioni! Il mondo è eguale dappertutto, siete voi che non vi comportate nello stesso modo di fronte a fatti eguali (Angelo Petrilli – Via Vittorio Veneto, 30 – Genova, Sampierdarena)

           Non mi risulta che il nostro giornale abbia mai delimitato le zone del mondo nelle quali dovrebbe allignare, in esclusiva, la mala pianta del tradimento e nessuno di noi si è mai stupito che spie e traditori fossero scoperti sotto tutte le latitudini. Permetta che le dica subito che le carte non le imbrogliamo noi, le imbrogliano coloro che vogliono mettere sullo stesso piano e vogliono considerare identici casi e situazioni che differiscono profondamente fra di loro. Differiscono tanto profondamente che, le confesso, è grande in me il disagio nel momento in cui, dovendo rispondere alla questione da lei posta, sono costretto ad accostare il nome di traditori confessi a quelli di vittime della politica di guerra dell'attuale classe dirigente americana.
           Dovrei dirle che estremamente più legittimo ed umano sarebbe porre in termini rovesciati la sua domanda: perché la stampa che ha strepitato e pianto sulla condanna di Slanski ha ignorato l'assassinio di Beloyannis, tace ora sulla condanna dei Rosenberg e non si commuove affatto per le centinaia di patrioti massacrati, senza processo questi, nel Marocco, nel Kenia, in Corea o in Malesia?
           Nessuno ha potuto smentire la verità e la gravità delle imputazioni fatte alla banda di Praga, nessuno ha potuto smentire l'ampiezza delle confessioni degli accusati – e quanto ridicole sono apparse certe “spiegazioni” di tali confessioni! - e il precedente di Tito, coccolato dall'Inghilterra, armato dagli Stati Uniti e reso tracotante verso il suo stesso compagno di catena De Gasperi, è sufficiente per tutti – nostri amici o nostri avversari – per dimostrare cosa accade a un popolo quando le congiure controrivoluzionarie raggiungono, anche temporaneamente, i loro obiettivi.
           Slanski ha svolto il suo ignobile gioco, ha perduto ed ha pagato, e quando si è calpestata la morale della Patria cade qualunque altra considerazione a cui si vorrebbe dare un significato morale.
           Affinché lei sappia dove si trovano le radici del processo di Praga le voglio ricordare l'art. 1 della legge detta di “Mutua sicurezza” approvata nella seduta del 10 ottobre 1951 dal Congresso degli Stati Uniti, che fissava lo stanziamento di cento milioni di dollari per finanziare “determinate persone residenti nell'interno o fuggiti dall'U.R.S.S., dalla Polonia, dalla Cecoslovacchia, dall'Ungheria, dalla Romania, dalla Bulgaria o dall'Albania, per raggruppare queste persone in unità militari, destinate a sostenere l'organizzazione del Patto Atlantico o per altri scopi”.
           Il processo di Praga non è stato un processo a delle opinioni, è stato un processo a “determinate persone” che per “certi scopi” avevano concretamente compiuto atti di tradimento nei confronti dei loro Paesi.
           Cosa ha a che fare tutto questo con il caso Rosenberg? I Rosenberg hanno sempre protestato la loro innocenza, sono stati accusati – nientedimeno – di aver messo l'Unione Sovietica in grado di poter fabbricare la bomba atomica e nessuno ha potuto dimostrare come due persone, completamente al di fuori dell'organizzazione scientifica, tecnica e militare delle armi atomiche, abbiano potuto raccogliere tutti gli elementi di un complicatissimo processo scientifico il cui sviluppo, per ragioni di sicurezza, avviene fra l'altro attraverso fasi completamente distinte l'una dall'altra.
           Tutta l'accusa contro i Rosenberg non ha alcuna base sui fatti, non è sorretta da nessuna prova e la stessa condanna a morte denuncia la mostruosità di quel processo: l'accusatore Greenglass, che ha dichiarato di aver “lavorato” in collegamento con i Rosenberg ed è quindi colpevole per lo meno quanto coloro che egli falsamente accusa, non è stato condannato alla sedia elettrica. Del resto mai, nemmeno in tempo di guerra, colpevoli di spionaggio sono stati condannati a morte da tribunali americani.
           Perché Julius e Ethel Rosenberg, che si proclamano innocenti, che anche nella domanda di grazia presentata a Truman hanno dichiarato che “non possono rinunciare alla verità per salvare la loro vita”, contro i quali l'unica prova è la calunnia di un delinquente comune, perché sono stati così ferocemente colpiti? Perché al loro processo, al contrario di quanto è avvenuto al processo di Praga, sono state giudicate le idee e non i fatti. I Rosenberg avevano “colpe” antiche (avevano sottoscritto a favore dei figli repubblicani spagnoli, si erano dichiarati favorevoli all'apertura del secondo fronte in Europa, avevano espresso la loro ammirazione per le vittorie dell'arma rossa) e “colpe” nuove (avevano dimostrato il loro amore per la pace e i loro sentimenti di fraternità internazionale); solo per queste “colpe” sono stati condannati a morte.
           Il caso Slansky e il caso Rosenberg hanno un solo punto di contatto: tutti e due sono stati costruiti da una stessa centrale di guerra e di odio, tutti e due hanno le stesse radici. Il giusto castigo che ha colpito il traditore di Praga e l'azione di uomini liberi per strappare al carnefice i Rosenberg sono aspetti diversi di una stessa lotta per la libertà e per la salvezza dei popoli.
           Giustizia e vittoria della pace ha significato la condanna di Praga, giustizia e vittoria della pace dovrà significare la liberazione da Sing Sing di due innocenti.




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