Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Proibito ai comunisti? (1952)

Ti voglio riportare i termini di una nostra discussione originata dalla notizia della vincita al Totocalcio dell'autista di Togliatti. Secondo qualcuno, un comunista, ossia un uomo convinto che i problemi della società non si risolvono individualmente e che lotta per la trasformazione delle strutture sociali, non dovrebbe giocare al Totocalcio perchè così facendo accetta alcuni aspetti negativi del costume borghese. Io non sono d'accordo su ciò. (Marco Rissalti, Genova)

           I termini essenziali di questa vostra discussione sono simili a quelli che ha usato l'autore della «Lavagnetta» nel settimanale genovese della D.C. il Corriere del Pomeriggio, che per ben due volte mi ha fatto l'onore di interessarsi del contenuto di una mia risposta sul Totocalcio nell'URSS e che, in occasione della vincita del compagno Mortori, autista di Togliatti, finge di stupirsi che un uomo di sicura coscienza comunista si sia lasciato allettare dalla «volgare, reazionaria e deviazionistica schedina tredicista».
           Questo modo di ragionare mi fa venire in mente certe comiche sciocchezze che ancora oggi può capitare di sentirsi dire (e purtroppo con accento di serietà): «Tu che predichi la ripartizione dei beni, comincia a darmi la metà di quello che possiedi»; oppure: «La tua società, la società comunista, non ha bisogno del denaro, comincia a distruggere quello che hai in tasca»...
           Ecco, che il giornale della D.C. si preoccupi delle vincite dei comunisti al Totocalcio, è cosa che possiamo ben capire. Questa storia delle ripetute clamorose vincite dei comunisti comincia a dare ai nervi a certa gente, tanto più che i nostri fortunati compagni la prima cosa che affermano — e che poi nei fatti compiono — è quella di voler aiutare finanziariamente le organizzazioni del Partito. Chissà che Scelba non si sia già posto il problema: «Ma questi diavoli di comunisti hanno forse trovato una nuova forma per finanziare il loro Partito? Che abbiano formato una rete di arbitri e di giocatori comunisti i quali agiscono nei vari campi per giungere al risultato fissato nella schedina delle Botteghe Oscure?».
           A pensarci bene deve essere proprio così, e forse forse dato che siamo sulla strada della discriminazione dei cittadini italiani, sarà necessario introdurre la norma che per giocare al Totocalcio occorrerà presentare il certificato di buona condotta politica rilasciato dalla Questura o, almeno, una presentazione del parroco.
           Ma, intanto, fin che Scelba non avrà deciso, lasciamo pure che i comunisti giochino, se lo credono, la loro schedina settimanale.
           Pretendere che un comunista non giochi al Totocalcio perchè esso è espresso dall'attuale società, sarebbe come pretendere che un comunista non mandi a scuola suo figlio perchè i programmi scolastici sono dettati secondo le esigenze della classe dominante o pretendere, per restare in argomento, che non vada a vedere le partite di calcio poiché queste ormai in Italia, sono più manifestazioni di spettacolo che di sport.
           Personalmente non mi interesso al Totocalcio ma non per particolari idealizzazioni. E, poiché mi hai portato su questo discorso, voglio dirti che ho avuto occasione di imprecare contro il Totocalcio e non perchè ho sbagliato nel copiare una schedina. Mi è capitato di rientrare a Genova la sera di una domenica dopo aver viaggiato un intero pomeriggio. Avevo una certa ansietà di conoscere il risultato della partita nella quale era stato impegnato il Genoa.
           Lo credi? In tutti i tabelloni esposti nei vari bar e ritrovi che ho incontrato lungo la strada da Brignole a casa mia, in nessuno era riportato il risultato della partita del Genoa, per il semplice fatto che tale partita non era compresa nella scheda di quella settimana.
           Il Totocalcio mi è proprio antipatico.




Torna alla videata principale Gelasio