Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Il Bolscevismo (1952)

Un d.c. mi ha detto: «Ho sentito con le mie orecchie proclamare da un dirigente del P.C.I. la frase: noi siamo dei «bolscevichi». I vostri stessi capi ammettono che essi sono qui a rappresentare i bolscevichi, i comunisti non si sentono dunque italiani, ma russi». Ho dato assicurazione che avrei fornito gli elementi per smentire la menzogna. (Domenico Parodi, Via S. Martino - Genova)

           La tua lettera non è troppo chiara; non si capisce bene se intendi smentire che un nostro dirigente abbia potuto dire «noi siamo dei bolscevichi» o smentire che i comunisti italiani si sentano russi. Da quanto mi scrivi, ho ragione di ritenere che tu stesso sei restato esitante di fronte alla frase in questione, tu stesso forse la giudichi come una frase che possa offrire ai nostri avversari fondato motivo di qualificarci dipendenti del Partito Comunista dell'URSS.
           Mi precisi che sei un giovane compagno, evidentemente avverti che, nonostante la tua chiara coscienza comunista, la formazione tua di militante del partito della classe operaia è ancora alle prime fasi di sviluppo. Non hai perciò alcun timore di manifestare qualche tua incertezza e ciò è estremamente positivo, tanto più che, nel caso in questione, la propaganda avversaria, la quale ha dato e continua a dare alla parola «bolscevismo» un significato completamente falso, vorrebbe influire anche sui comunisti italiani che non possiedono la sicura conoscenza della storia dei partiti comunisti e dei fondamenti della nostra dottrina.
           Credo necessario, anzitutto, ricordarti l'origine della parola «bolscevismo». Al secondo Congresso del Partito Operaio socialdemocratico di Russia (il P.O.S.D.R., così si chiamava allora il partito della classe operaia russa, non ancora su definite basi marxiste), tenutosi clandestinamente a Londra nel 1903, si precisarono due correnti: l'una facente capo a Lenin, che concepiva il partito su basi marxiste e come un reparto organizzato dalla classe operaia, l'altra facente capo a Martov, che si manteneva sulle posizioni opportuniste già superate dell'«economismo» e che concepiva un partito non omogeneo, non organizzato, senza una disciplina che fosse a fondamento dell'azione rivoluzionaria.
           L'elezione degli organi centrali del partito al termine del Congresso consacrò la vittoria delle concezioni marxiste-leniniste e da quel momento i partigiani di Lenin furono chiamati bolscevichi per il semplice fatto che ebbero la maggioranza (dalla parola russa bolsciustvò, maggioranza) mentre i loro avversari furono chiamati menscevichi (dalla parola russa mensciustvò, minoranza).
           Fu nel 1912, al Congresso di Praga, che il partito della classe operaia russa raggiunse la sua piena unità e la sua omogenea configurazione marxista-leninista, quando i membri bolscevichi del P.O.S.D.R. costituirono un partito marxista indipendente, quel «Partito nuovo» concepito da Lenin che avrebbe dovuto guidare il popolo russo alla vittoriosa Rivoluzione d'ottobre.
           Il termine «bolscevico» si identifica dunque pienamente con il termine «comunista»; esso è rimasto a ricordare un certo momento dello sviluppo della lotta della classe operaia e a indicare le forze rivoluzionarie sempre conseguentemente marxiste-leniniste.
           Dichiararsi bolscevichi non significa affatto dichiararsi russi, significa dichiararsi completamente marxisti, significa voler raccogliere l'esempio vittorioso dei compagni russi, voler lottare per il bene della propria Patria con lo stesso spirito di sacrificio, con la stessa fermezza, con la stessa fedeltà con le quali hanno saputo lottare i comunisti russi per la loro Patria. I bolscevichi sono stati coloro che, nella lotta, hanno dimostrato come deve agire un militante del partito della classe operaia, sono stati coloro che hanno indicato ai comunisti di tutto il mondo come si giunge alla vittoria e alla creazione di una società socialista, come deve essere organizzato un partito rivoluzionario, quale deve essere la sua dottrina.
           Il termine bolscevismo, per decisione del recente XIX Congresso di Mosca, è ora scomparso dalla denominazione ufficiale del Partito Comunista dell'URSS perchè, come ha dichiarato il compagno Kruscev, «non sussiste in pratica la necessità di mantenere la doppia qualifica di Partito comunista bolscevico poiché le parole comunista e bolscevico hanno lo stesso significato».
           Ricorda al tuo contraddittore le parole che il compagno Togliatti ha pronunciato a Roma il 20 maggio 1952 nel suo discorso in occasione delle elezioni amministrative:
           «Responsabile di questa sozza rinascita fascista nel nostro paese è l'uomo (Togliatti si riferisce ad una precedente dichiarazione di De Gasperi, N.d.R.) il quale dice che il bolscevismo è oggi in Italia il nemico numero uno — lasciatemi dire — non so se le cose che dirò faranno perdere al mio partito dei voti, ma ciò non m'importa, perchè bisogna dire al popolo la verità. Lasciatemi dire che se non ci fosse stato per l'Italia e in Italia il bolscevismo, noi non sappiamo come la nostra patria sarebbe uscita dalla catastrofe nella quale l'avevano buttata i fascisti, i loro complici, i loro sostenitori. Bolscevismo sono stati gli uomini che hanno passati 10 e 15 anni in carcere per affermare la loro fede nella libertà, per tenere alta questa bandiera attorno alla quale sapevano che tutto il popolo doveva raccogliersi e si è raccolto. Bolscevismo sono stati i nostri comandanti partigiani, comunisti e socialisti nella grande maggioranza. Bolscevismo è stato lo slancio patriottico che noi, partito dei comunisti, abbiamo saputo infondere al popolo intero affinché sapesse affrontare serenamente le dure prove che ha dovuto affrontare per liberare l'Italia dal regime fascista e dall'occupazione straniera».




Torna alla videata principale Gelasio