Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


“Errori” degli imperialisti (1952)

Avremmo piacere che tu intervenissi in una nostra discussione che ha toccato i seguenti temi: a) è vero o non è vero che la borghesia ha sempre sottovalutato le forze della classe operaia? b) Che i dirigenti americani sottovalutino le forze mondiali del comunismo? c) Che la stessa liberazione della Cina sia stata possibile anche per errori di sottovalutazione compiuti dagli imperialisti? (Tanlaipo B. - Del Giovanni G. - Bromolini E. - Strada S. Romolo 29, Sanremo)

           Non è affatto vero che da parte delle forze capitalistiche vi siano sottovalutazione delle forze organizzate del proletariato e della forza stessa che si sprigiona dall'ideale comunista. Questa affermazione, che forse può sembrarvi troppo decisa, non esprime una mia opinione personale, che potrebbe valere quanto vale l'opinione di ciascuno di voi, la mia affermazione riposa sulla realtà storica della lotta di classe che sta a dimostrare quanto dure, faticose e, spesso, sanguinose siano state le conquiste delle forze del progresso e quanto vigile decisa e spietata sia l'azione dell'imperialismo nella strenua difesa delle sue ultime trincee.
           Può essere avvenuto qua e là, in questo o quel paese, qualche errore tattico di sottovalutazione da parte della classe dominante, ma si tratta sempre di fatti episodici, non determinanti, poiché la borghesia ha sempre cercato di usare tutto il suo potere di classe, non si è fermata e non si fermerebbe neanche dinnanzi alla guerra ed è giunta, come in alcuni Paesi nel corso dell'ultimo conflitto, alla capitolazione e al tradimento di fronte allo straniero pur di tentare l'arresto dell'avanzata delle forze del rinnovamento sociale.
           Già nel 1848, nel “Manifesto dei comunisti”, sin dalle prime parole era scritto: “Uno spettro si aggira per l'Europa: è lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si alleano per dare santamente una spietata caccia a codesto spettro: ossia il papa e lo zar, Metternich e Guizot, i radicali francesi e i poliziotti tedeschi”. E subito dopo era affermato: “Il comunismo è ormai riconosciuto dalle potenze di Europa come un'altra potenza”.
           Il principio delle “sante alleanze” contro ogni spinta rivoluzionaria o anche solo di progressivo rinnovamento sociale, ha fatto sempre superare alla borghesia ogni interno contrasto di classe e di interessi sia nel campo nazionale che in quello internazionale: tutte le frazioni della borghesia si raccolgono in un fronte unico quando si tratta della lotta contro il proletariato.
           La borghesia è giunta a creare il suo “socialismo” come fattore di confusione ideologica, a truccarsi da “socialista” tanto ha avvertito la potenza storica dell'ideale socialista. Non solo Saragat o Attlee si chiamano “socialisti” e recentemente anche De Gasperi levando gli occhi al cielo, ha sospirato il suo grande “ideale socialista”.
           Come si può parlare di sottovalutazione delle forze della giustizia sociale da parte dei dirigenti americani quando essi si servono di tutto l'apparato dello Stato, di tutti gli strumenti di formazione dell'opinione pubblica – stampa, radio, cinema, produzione libraria, ecc. - si sono impadroniti della direzione delle stesse organizzazioni sindacali operaie del loro Paese per la lotta contro il socialismo, appaiono oggi gli organizzatori del fascismo mondiale, i creatori della più mostruosa macchina di guerra che la storia ricordi, il Patto Atlantico, per il proclamato obiettivo di distruggere la realtà socialista dell'URSS e ogni organizzazione di popoli o di classi diretta all'avvento del socialismo?
           Come si può parlare di sottovalutazione delle forze rivoluzionarie cinesi quando gli USA armarono un intero esercito controrivoluzionario e “investirono” migliaia di miliardi sulla carta falsa di Ciang-Kai-Sceck? Non è stata la sottovalutazione degli imperialisti che ha fatto trionfare la libertà e la democrazia in Cina, è stata la eroica, intelligente lotta del popolo cinese guidato da Mao Tse-Tung, che ha trasformato le armi mercenarie americane in armi di liberazione, che ha fatto scrivere le epiche pagine della “lunga marcia”.
           La questione da voi posta può nascondere al fondo una concezione fatalistica della risoluzione della grande lotta fra progresso e reazione e, forse, anche una confusione fra il superamento storico della classe borghese come classe dirigente, già in atto, e la sua volontà e capacità di opporsi alla definitiva eliminazione del potere. Particolarmente nella sua fase di decadenza, nella fase imperialista, il capitalismo diventa più aggressivo, più tracotante, più spietato e poggia solo sul principio della forza il suo dominio.
           Le forze del progresso sono immense, la vittoria di queste forze su quelle del passato è già fissata dalla storia, ma tale vittoria non poggia sui possibili errori degli avversari ma sulla capacità di azione politica e sulla capacità di lotta delle grandi masse lavoratrici.




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