Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Dal socialismo al comunismo (1952)

Come avviene il trapasso dalla forma socialista a quella interamente comunista? (I. Crepaldi – Sanremo)

           La formazione di una società comunista si compie attraverso due fasi: quella socialista e quella comunista vera e propria. La lotta rivoluzionaria del proletariato, che avviene nelle forme storicamente più opportune e più giuste, si esaurisce con il “salto” dalla società capitalista alla società socialista, ossia con la creazione della proprietà sociale dei mezzi di produzione e quindi con la distruzione delle classi sfruttatrici.
           Ma la realtà obiettiva in cui si muove al suo nascere la società socialista è quella lasciata dal capitalismo: contrasto fra lavoro fisico e lavoro intellettuale, contrasto fra lavoro delle città e lavoro delle campagne, sviluppo della tecnica contenuta entro limiti che erano stati fissati dalla convenienza capitalistica, vasti residui in moltissime coscienze di aspetti negativi delle tradizioni, dei costumi, delle abitudini assorbite nella precedente società profondamente corrotta.
           La costituzione di una società comunista non avviene miracolosamente con la distruzione della società capitalista, essa è il frutto di una lunga lotta, della nuova lotta non più rivoluzionaria ma che contiene la stessa luce, lo stesso slancio, lo stesso eroismo di quella rivoluzionaria, che ne ha lo stesso contenuto marxista-leninista, e che, col superamento del fondamentale contrasto di classe, tutto un popolo unito è in grado di condurre.
           Nella prima fase del socialismo (ecco perché noi comunisti poniamo come prospettiva storica il socialismo non certo perché vogliamo nascondere le ultime finalità della nostra azione – come dicono gli idioti e gli ignoranti propagandisti dell'imperialismo – ma perché il socialismo costituisce lo stadio preliminare e necessario del comunismo) il principio essenziale, come ti è noto, è “da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro”.
           All'inizio della sua edificazione il socialismo, per lo stato della produzione, non è in grado di soddisfare tutti i bisogni, nonostante che in vasti strati di cittadini, per le condizioni di arretratezza di ogni ordine in cui erano stati costretti dalla classe capitalistica, i bisogni si presentano spesso estremamente limitati.
           La società socialista ha il compito di creare le condizioni per giungere alla fase superiore, al comunismo, il cui principio essenziale è “da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo le sue necessità”.
           E' da compiere una grande, possente opera umana, individuale e collettiva, si tratta di affrontare la natura, trasformando e conquistando, con le pacifiche creazioni del lavoro e per il benessere di tutti, le terre che il freddo o che il calore o i venti o la siccità o le croste pietrose avevano fatto classificare deserti nella immutabile geografia del mondo capitalista, si tratta di liberare la fatica dell'uomo da ogni aspetto di brutalità o di avvilimento o di mortificazione attraverso il libero e pieno sviluppo, nelle città e nelle campagne, della meccanizzazione, della elettrificazione, della automatizzazione dei processi produttivi, quello sviluppo che solo l'economia pianificata socialista può compiere sia per assicurare l'assoluta abbondanza dei beni di consumo, sia per eliminare ogni contrasto e ogni demarcazione fra lavoro fisico e lavoro intellettuale.
           Nella fase socialista tutta la società si muove, con la stessa intensità di applicazione, sul piano culturale come sul piano della produttività del lavoro e i cantieri del comunismo sono rappresentati dalle scuole, dalle biblioteche, dai laboratori scientifici, dalle grandi editorie librarie così come sono rappresentati dal canale Volga-Don o dalle gigantesche piantagioni rompivento nelle steppe o dalla “canzone meravigliosa” che si leva dalla Siberia nella quale sorgono città e kolkos dove era barbarie e desolazione o dalle immense officine di Leningrado, di Gorki, di Stalingrado. Cantiere del comunismo è la stessa politica economica del socialismo, la cui “pietra angolare”, secondo la definizione di Stalin, è la costante diminuzione dei prezzi delle merci a cui si accompagna il costante aumento dei beni di consumo.
           Ma il primo, fondamentale, cantiere del comunismo è la pace. Una società socialista vive della pace, così come, purtroppo, la società capitalista ha vissuto della guerra e punta sempre sulla guerra per tentare di risolvere le sue insanabili contraddizioni.
           Centinaia di milioni di uomini, in Europa e in Asia, impegnati con tutte le loro energie fisiche e intellettuali alla creazione di un mondo nuovo, libero dall'oltraggio della ricchezza sconfinata di pochi e della miseria desolata di tanti, che giorno per giorno, o marciando dal potere popolare verso il socialismo o dal socialismo già conquistato verso il comunismo, abbandonano tutte le scorie e le insufficienze della società malata e ingiusta che hanno profondamente intaccato nelle radici o distrutta, sanno che la pace costituisce il fattore essenziale dello sviluppo della loro grande conquista.
           I cantieri del comunismo, le profonde trasformazioni culturali e tecniche di cui è oggi protagonista il popolo sovietico, faranno del lavoro umano non più un mezzo di sussistenza, ma, come diceva Marx, un'esigenza primaria di vita. Soprattutto, in questa fase storica di coesistenza di due concezioni e di due mondi, i cantieri del comunismo sono i cantieri della pace non solo per il popolo sovietico ma per tutti i popoli del mondo.




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