Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


La famiglia nell'URSS (1952)

Sono la mamma di due bambini ed ho grande simpatia per il movimento democratico. Ma ho sentito dire che nell'Unione Sovietica l'educazione e la cura dei bambini è affidata interamente nelle mani dello Stato. Ma allora non c'è pericolo che la nostra funzione di madre venga diminuita e non compresa dai nostri bambini? (Piera Santilaurini – Cornigliano)

           Chi punirà coloro che gettano l'angoscia nel cuore di tante madri – poiché le mamme amano e soffrono non solo per i loro figli ma per tutti i bimbi della terra – creando e diffondendo le più inumane menzogne sulla sorte dei fanciulli sovietici? Chi punirà coloro che senza nessuna emozione incontrano in ogni città d'Italia fanciulli già corrotti nel corpo e nello spirito per la miseria delle loro famiglie e per l'abbandono di una società maledetta e che fanno finta di versare lacrime sui bimbi di Mosca o di Pechino? Non sono verso questi bimbi che vivono in una società di per se stessa profondamente educatrice, che vanno avanti sereni, verso l'avvenire, lungo il cammino della felicità, che le mamme di tutto il mondo, e quindi anche lei, mamma di Cornigliano, devono sentire alcuna preoccupazione, ma per le infinite schiere di fanciulli che a Roma o a New York o a Londra o qui a Genova, è negato il senso stesso dell'amore materno e della vita. Dove è giunta la luce e l'umanità del socialismo è cessato il pianto antico dei fanciulli affamati, non è stato più commesso il delitto sociale della morte di bimbi per mali della miseria, nessuna mamma è costretta più a maledire il suo amore o a rinnegare il frutto delle sue viscere.
           Io non vorrei dire altro con le mie povere parole. Vorrei che lei trovasse il tempo per leggere qualche libro dei grandi educatori sovietici, particolarmente quelli di A.S. Makarenko, “Consigli ai genitori” (edizione Italia-URSS, 1950), e “Poema pedagogico” (edizione Rinascita, 1952): è come aprire una grande finestra su un sereno e tranquillo panorama e respirare aria pura, tanta aria pura.
           Certamente, lo Stato Sovietico interviene nella vita dei fanciulli, ma non per strapparli dal seno delle madri e per rinchiuderli in grandi collegi a regime militare come ancora, con somma impudenza, vanno dicendo e scrivendo i portavoce del capitalismo, ma per assicurare ad essi, in ogni circostanza e in ogni situazione le migliori condizioni di sviluppo e di educazione.
           Nello Stato socialista la famiglia costituisce la cellula fondamentale della società e la prima difesa della famiglia, e quindi dei figli, è quella di garantire ai genitori la normalità di vita con la sicurezza di un lavoro giustamente retribuito. Dove c'è disoccupazione là v'è la prima ingiuria della vita, là v'è il primo attentato alla sanità morale e materiale dell'infanzia; dove i salari sono insufficienti al soddisfacimento dei bisogni normali dell'esistenza là si compromette l'avvenire dei fanciulli.
           Non voglio qui elencare le infinite provvidenze di ogni ordine per le madri e per i bambini che costituiscono nell'URSS solo le forme materiali di una realtà che è soprattutto profondamente umana. Affinché lei abbia un esempio preciso di quanto nello Stato sovietico sia grande il rispetto per l'amore materno e l'amore filiale, voglio qui ricordarle che nell'URSS alle stesse ragazze-madri è possibile tenere con sé il proprio figliolo. Nell'URSS è scomparsa la barbara definizione di figlio illegittimo o figlio di N.N., la madre è solo tale e lo Stato, concedendo una speciale sovvenzione, mette in grado la ragazza-madre di poter allevare direttamente la propria creatura. Evidentemente la questione delle ragazze-madri ha origini e aspetti sociali completamente diversi in una società socialista nei confronti di una società capitalista, ho voluto qui solo dimostrare che l'intervento diretto dello Stato nell'educazione del fanciullo non si manifesta neanche quando esso potrebbe apparire pienamente giustificato o addirittura necessario.
           Proprio il contrario, dunque, di quanto vanno affermando i falsari professionisti dell'antisovietismo.
           Segua sempre con fiducia il movimento democratico, gentile Signora, si unisca sempre più strettamente alle forze che lottano per il trionfo del socialismo, non potrebbe in modo migliore contribuire alla felicità e alla serenità dei suoi bambini e di tutti i “figli di mamma”.




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