Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Rendimento qualitativo della produzione (1952)

Vorrei sapere quali progressi ha fatto l'URSS per trasformare il rendimento della produzione sotto il punto di vista della durata del prodotto. Per aumentare il consumo nei Paesi capitalistici si fabbricano il più possibile prodotti di scarsa durata; la stessa moda ha la funzione di porre rapidamente in disuso i prodotti. Nell'URSS la produzione tende ad aumentare la produttività del lavoro nel senso sociale anche attraverso il miglioramento qualitativo dei prodotti? (Simone Ferrando – Via Privata Libertana 5-3 – Genova Sestri)

           Come ti è noto, una delle contraddizioni fondamentali del sistema capitalista nasce dai limiti del mercato contro i quali cozzano lo sviluppo e il rendimento della produzione.
           Da oltre un secolo, da quando la società borghese ha esaurite le funzioni progressive che ne caratterizzarono l'avvento, tale contraddizione esprime le sue cicliche manifestazioni attraverso le rovinose crisi economiche nel corso delle quali le merci non trovano addirittura nessun mercato.
           La contraddizione si esprime dall'aumento della capacità di produzione, anche in dipendenza dello sviluppo della tecnica e delle applicazioni delle scienze, e dalla diminuzione del potere di consumo della società per le condizioni proletarie delle grandi masse.
           Per cercare di superare nell'interno del sistema tali contraddizioni si lanciano alla caccia del consumatore attraverso forme anarchiche di concorrenza, avvalendosi spesso di suggestioni pubblicitarie o di artificiosi cambiamenti di moda, giungendo persino a bloccare il progresso tecnico, fattore di un aumento qualitativo e quantitativo della produzione, non assorbibile dal mercato.
           Al fenomeno del successivo e costante impoverimento delle grandi masse e della graduale “proletarizzazione” di strati sociali sempre più larghi, consegue l'ulteriore contrazione del già tanto ristretto mercato dell'economia capitalista.
           Il problema della società capitalista non è dunque quello della produzione, è quello del consumo: nonostante le generali insufficienze della vita civile si chiudono le fabbriche e ciò, come ben sai, non risolve la contraddizione ma la aggrava, poiché l'aumento della disoccupazione significa nuova caduta dei consumi.
           Nella società capitalistica la migliore qualità del prodotto può addirittura apparire un fattore economico negativo essendo essa fattore di prolungamento del ciclo dei consumi, perciò ovunque è possibile – e ciò è sempre più possibile per lo sviluppo dei monopoli, dei cartelli, dei consorzi – i produttori privati tendono a ridurre il ciclo di rinnovamento dei beni di consumo diminuendo la capacità di durata dei prodotti.
           Ti ricordo un caso tipico, quello delle lampadine elettriche i cui filamenti sono tarati in modo da assicurarne il logoramento entro un tempo prestabilito. E quanti sono i brevetti di invenzioni, tendenti a migliorare sotto l'aspetto della qualità il rendimento della produzione, che sono stati acquistati dagli industriali per non applicarli ma per insabbiarli?
           In una società socialista i termini appaiono completamente rovesciati. In una tale società non è la previsione dei profitti – come avviene nella società capitalista – che condiziona la qualità e la quantità dei prodotti.
           Poiché i mezzi di produzione costituiscono una proprietà socialista, il mercato viene determinato dalle effettive esigenze della popolazione e viene coperto attraverso la produzione pianificata.
           I limiti di mercato della società socialista sovietica non sono fissati dal consumo, sono fissati solo dalle possibilità della produzione: i successivi piani quinquennali hanno segnato le grandi tappe dell'impetuoso sviluppo delle capacità di consumo dell'intero popolo sovietico.
           Alla politica dell'aumento inflazionistico dei prezzi lo Stato socialista sovietico contrappone la politica della costante diminuzione dei prezzi. I prezzi stessi non sono tanto condizionati dalla qualità del prodotto, quanto dall'esigenza di esercitare una influenza sulla formazione delle richieste dei consumi, di stimolare o di regolare la domanda di merci abbondanti o scarse, di introdurre principi di consumi razionali per le produzioni stagionali.
           Tutti i trucchi, gli inganni, le artificiosità pubblicitarie, le concorrenze più o meno legali della giungla capitalistica, non hanno più ragione di essere in un mondo dove sono state distrutte le classi sfruttatrici, dove i risultati del lavoro sociale non sono oggetto di approvazione privata, dove, come ha detto il compagno Stalin, “il plus-prodotto non va ad una classe di proprietari, ma a tutti i lavoratori e soltanto ad essi”.
           Sono queste le condizioni fondamentali per cui il lavoratore stesso è sollecitato ad aumentare il rendimento del lavoro.
           Aumentare il ciclo della durata dei prodotti è una esigenza di una società socialista non solo per le sue strutture ma soprattutto per agevolare il passaggio alla società comunista. Una società socialista utilizza sempre pienamente – senza dispersioni, senza ritardi, senza artifici – il potenziale di produzione per il bene di ciascuno e per il bene di tutti.




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