Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Automobili nell'URSS (1952)

Nella rubrica “Parola agli esperti” della RAI ho ascoltato una edificante domanda (Se in Russia non vi sono ricchi e poiché si costruiscono automobili chi le può comprare?) e una ancor più edificante risposta di un “esperto” (Gli operai certamente no, perché costretti a lavorare a cottimo guadagnano il minimo indispensabile; le automobili vanno ai dirigenti di partito o ai dirigenti delle grandi aziende). Sarebbe opportuno che tu fornissi alcune notizie sulla distribuzione delle automobili nell'URSS. (F.M. Macciò – Pegli)

           La RAI (a proposito, cosa significa questa sigla? Molti sostengono che significhi Radio Apostolica Italiana, altri Radio American Information...) è veramente inesauribile nelle trovate! Anche quella di qualificare “esperti” dei perfetti cretini è una magnifica trovata...
           Bisognerebbe cominciare a chiedere all'”esperto” di spiegarci quale incompatibilità vi sia fra lavoro a cottimo e aumento del salario. Certo, volutamente, si vuole anzitutto fare della confusione fra “lavoro a cottimo” e “stakanovismo” e si vuol far credere che il “povero lavoratore sovietico”, incatenato al suo posto di lavoro, è bloccato nell'ascesa del tenor di vita.
           Quali grasse risate si farebbero le migliaia e migliaia di lavoratori sovietici proprietari di una “Pobieda” o di una “Moskvitch” se conoscessero le amenità radiofoniche nostrane!
           Pensate! Hanno costruito nell'URSS delle gigantesche fabbriche di automobili, quali ad esempio la “Stalin” a Mosca e la “Molotov” a Gorki, le più grandi del mondo, hanno creato i tipi più vari di auto (non parliamo di camion, poiché anche le statistiche “occidentali” assegnano all'URSS il primo posto fra tutti i paesi del mondo nella produzione di vetture di trasporto); hanno creato la piccola e agile “Moskvitch”, la berlina a forma aerodinamica, “Pobieda” (Vittoria) per famiglie, la 6 posti “ZIS”, per non parlare che dei tipi più correnti, hanno costruito una rete mirabile di autostrade, libera a tutti e senza alcun costo di pedaggio: tutto questo secondo l'”esperto”, solo per soddisfare le esigenze di “quelli del Cremlino” o dei capi di azienda!
           L'Unione Sovietica è partita da zero nel settore dell'industria automobilistica (prima della Rivoluzione di Ottobre circolavano in Russia un totale di 9.000 automobili, tutte di produzione estera) e l'impetuoso sviluppo anche della produzione di vetture ha accompagnato lo sviluppo di tutta l'economia nazionale e l'elevazione costante del tenore di vita dei lavoratori.
           Attualmente nell'Unione Sovietica il problema non è di chi può comprare l'automobile. Il problema si presenta in termini complessivamente opposti: come mantenere la produzione al livello del crescente consumo.
           Nonostante che, ad esempio, la fabbricazione delle vetture da passeggio abbia superato nel 1949 di un terzo la quantità fissata nel piano quinquennale, essa non è stata sufficiente per soddisfare immediatamente tutte le richieste.
           Nei nostri “Fondi di bottiglia” abbiamo istituita la qualifica di “fesso del giorno”, sinora riservata alle firme più o meno grandi del giornalismo borghese.
           E' il caso di estendere il nostro campo di osservazione anche agli “esperti” della RAI?




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