Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


“Case chiuse” (1952)

Sulla questione delle “case chiuse” si discute sempre fra compagni e amici. Molti sostengono che di tali istituzioni non è possibile farne a meno. Io credo il contrario. Esistono nell'Unione Sovietica “case chiuse?” (Marcello Piombo – Via E. Del Monte 2-2 – Isoverde)

           La prostituzione è un tipico fenomeno sociale e storico che ha la sua origine nelle condizioni di inferiorità economica e morale, in cui, nei secoli, la donna è stata costretta da una società divisa in classi.
           Quei tuoi amici che affermano il “non possibile farne a meno” accettano, certo inconsapevolmente, la teoria tipicamente reazionaria del “così è sempre stato e così sempre sarà” e si pongono sul piano della morale borghese che ha sempre definita la prostituzione un “male necessario”.
           La prostituzione non è un male originario e inguaribile dell'umanità, è un male della società che può essere distrutto distruggendone le cause.
           Le stesse cause che agiscono su tanti giovani, sospinti sulla via del delitto solo dalla miseria disperata delle loro famiglie dalla miseria stessa disgregate, agiscono su tante ragazze per sospingerle sulla penosissima stra della prostituzione.
           E' risultato che il 99% delle donne che cadute nell'abisso del meretricio sono state costrette a ciò per tentare di sfuggire alla fame e alla disperazione.
           Le “case chiuse” hanno costituito una forma aberrante di riconoscimento ufficiale di una paurosa colpa sociale. Con l'istituzione delle “case chiuse” gli Stati borghesi hanno creato le condizioni per “industrializzare” un avvilente fenomeno di decadenza della personalità umana e hanno provocato la formazione di vere e proprie società commerciali i cui utili, rilevantissimi utili, derivano dallo sfruttamento del corpo e dell'anima di povere creature umane. Lo Stato stesso ha voluto trarre profitto dalla registrazione ufficiale delle sue vittime: in Italia il gettito delle imposte sulle “case chiuse” ha raggiunto la cifra di 2 miliardi e mezzo, indubbiamente utili per costruire qualche cannone in più...
           L'abolizione delle “case chiuse”, approvata per ora solo dal Senato, contro la quale si sono coalizzati – e ben a ragione – gli specialisti internazionali della “tratta delle bianche”, non elimina in Italia il male sociale della prostituzione, ne elimina uno degli aspetti più ributtanti e immorali, una delle forme che ne agevola e talvolta ne incoraggia lo sviluppo.
           I tuoi amici forse ti avranno detto: “Ma la questione delle 'case chiuse' riguarda anche gli uomini”.
           Certo, la prostituzione è possibile anche perché alcune concezioni decadenti sulla questione sessuale sono diventate “normali” in una società profondamente malata. La concezione puramente “fisica” della questione sessuale, accettata oggi da tanti uomini, è un altro aspetto di anormalità sociale che trova la sua origine anche nell'insufficiente educazione culturale. Discorrere su questo aspetto sarebbe molto interessante, ma credo di potermi limitare, in questa mia lettera, a ricordarti quanto scriveva Lenin nel 1920 alla compagna Clara Zetkin: “Bisogna calmare la sete, è vero. Ma forse che un uomo normale e in circostanze normali si butta in mezzo al sudiciume della strada, o beve ad una pozzanghera torbida? O anche soltanto si disseta con acqua in un bicchiere toccato da molte labbra?”.
           Anche le poche cose che ti ho scritto credo siano sufficienti per farti capire perché nell'Unione Sovietica non solo non esistono “case chiuse” ma non esiste neanche la prostituzione clandestina, fenomeno che nel nostro Paese non sarà certo eliminato con l'approvazione definitiva della legge Merlin.
           La Costituzione Sovietica ha fissato libertà e uguaglianza di diritti per tutte le donne, ha garantito a tutte le donne la piena indipendenza economica assicurando il lavoro in base al principio “a eguale lavoro eguale salario”, ha garantito lo studio gratuito per le donne come per gli uomini.
           La donna sovietica ha conquistato pienamente la sua personalità, quale motivo potrebbe avere di avvilirla o di distruggerla?
           Anche la prostituzione è un aspetto della “civiltà occidentale” completamente ignorato da quegli... incivili di sovietici.




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