Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Guerra batteriologica (1952)

In occasione delle azioni criminali di guerra condotte in Corea dagli americani, ho sentito spesso dire che si dovrebbe ripagare gli aggressori della stessa moneta. Credo sarebbe opportuno spiegare i motivi fondamentali per cui l'esercito coreano non usa certi mezzi. (Alessandro Mazzantini – Stab. Fossati-Ansaldo)

           Di fronte all'orrore suscitato nel mondo per l'impiego da parte degli aggressori americani della spietata arma batteriologica contro lo sventurato ed eroico popolo coreano, si può anche comprendere che certe forme semplicistiche di reazione popolare possono condurre ad invocare il sistema della ritorsione.
           Io credo che, anzitutto, dovrebbe essere ben chiara la natura profondamente diversa della guerra condotta dagli americani da quella condotta dall'esercito popolare coreano. L'una è la classica guerra imperialista, di aggressione, di rapina, di oppressione, condotta sul territorio di altri popoli. L'altra è la guerra di liberazione nazionale, la guerra di un popolo colpito nella sua stessa casa dalla ferocia dell'invasore straniero, di un popolo che intende salvare il suo bene più prezioso, l'indipendenza nazionale.
           L'aggressore è sospinto dall'odio, dalle sete di conquiste, da una crescente libidine di distruzione con il crescere dello spirito di resistenza dell'aggredito; il combattente per la libertà è illuminato dall'amor di Patria, ha la forza che gli deriva dalla chiara coscienza che egli ha dei valori fondamentali dell'umana convivenza, che neanche la ferocia connaturata alla guerra riesce a distruggere.
           Quando si parla di guerra non si può non pensare a sangue, a distruzioni, a orrori. Ma lo spirito con cui vengono condotte le guerre porta a forme diverse dello sviluppo dell'azione di guerra. Vorrei solo ricordare il fatto che, nel corso dell'ultima guerra mondiale, i bombardamenti terroristici delle popolazioni civili, sono stati effettuati dai paesi imperialistici dell'uno e dell'altro schieramento in lotta. Solo l'Unione Sovietica che conduceva la sua guerra nello spirito della liberazione nazionale e della libertà per tutti i popoli, non ha mai applicato tale barbaro e inumano metodo di guerra.
           I popoli sanno per esperienza, poiché la Storia è piena degli orrori che le stesse popolazioni hanno dovuto subire per le guerre di aggressione, che non vi è limite all'odio della ferocia degli invasori.
           Per questo i popoli hanno lottato e lottano non solo contro la guerra ma anche contro i mezzi di sterminio di massa, creati dagli scienziati assoldati per la morte. Contro l'uso dell'arma batteriologica che, al pari forse e ancor più dell'arma atomica, ha portato la guerra oltre i limiti della comprensione umana facendola apparire una spaventosa manifestazione della più criminale delle follie, non si deve reagire chiedendo la generalizzazione di un inaccettabile sistema.
           Si deve reagire rafforzando il fronte della pace e della lotta contro l'aggressione.
           Anche se una parte dell'umanità ha voluto scendere dall'elevato piedistallo che l'uomo ha saputo raggiungere attraverso una secolare evoluzione per confondersi con le belve più sanguinarie, la stragrande maggioranza degli esseri umani vuol conservare il privilegio e l'orgoglio delle conquiste civili e vuol salire ancora più in alto.
           Gli aggressori e gli sterminatori si sono già posti al di fuori dell'umanità, la loro ferocia non servirà a nulla contro la grandezza delle idee che combattono. Essi sono stati già isolati da tutte le coscienze oneste, sono già sconfitti dagli atti stessi che hanno compiuto, sono già condannati dalla Storia.




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