Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Ancora dei prigionieri in URSS (1952)

Ti rimettiamo copia di una lettera che il sindaco di Agrigento ha inviato ad un nostro concittadino che si era rivolto a lui per avere notizie di quel tale Carmelo Rossini di cui il Secolo XIX, e numerosi altri giornali italiani, avevano raccontato l'”odissea” nei campi di prigionia sovietica. Non credi che essa meriti un commento? (Alcuni compagni di Cogoleto)

           Credo opportuno pubblicare integralmente il testo della lettera del sindaco di Agrigento: “Agrigento, 18 febbraio 1952. Gentile Signora, ho ricevuto la Sua lettera, con la quale mi chiede notizie sul famoso sig. Carmelo Rossini di Agrigento, che – secondo la stampa – sarebbe riuscito ad evadere dai campi di internamento della Russia. Con sommo rammarico, tocca a me il compito di dirle che detto ex-prigioniero non risulta tutt'oggi rientrato in questa Città, né in altre della Provincia.
           Il sottoscritto, rendendosi consapevole dell'importanza della notizia annunciata dai giornali, non ha indugiato a fare le dovute indagini sia tramite i Vigili Urbani di questa Amministrazione, sia con la collaborazione del Distretto Militare e dell'Arma dei Carabinieri; tutto rimane ancora avvolto nel velo del più fitto mistero.
           Saranno elucubrazioni mentali o fantasie di giornalisti? Non possiamo ancora rispondere esattamente dato che della cosa abbiamo pure interessato il competente Ministero. Con i migliori auguri. Il Sindaco Finazzi Agrò”
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           La lettera è ciclostilata: centinaia e centinaia di mamme e di spose, al cui dolore gli spietati diffusori delle menzogne antisovietiche vogliono negare anche il conforto della rassegnazione, si sono rivolte affannosamente al Sindaco di Agrigento.
           E' necessario un qualsiasi commento a questo documento? Non dimostra esso stesso quanto noi avevamo affermato nella nostra precedente risposta sul “caso” Rossini?
           Permettetemi solo di fare una considerazione. Fra qualche giorno subirò un processo per aver pubblicato le notizie relative al “sequestro” da parte della P.S. dei 137 bimbi di Cavarzere diretti verso famiglie di lavoratori italiane che intendevano ospitarle.
           Non è il caso di discutere qui una questione su cui dovrà pronunciarsi prossimamente la Magistratura. In sede di processo sarà provveduto a presentare tutti gli elementi che stanno a confermare la veridicità e l'esattezza della aperta denuncia che noi abbiamo fatto ad un sopruso poliziesco particolarmente grave.
           Solo, una volta tanto, vorrei porre io una domanda: com'è che restano indisturbati i propalatori di notizie false come quelle che riguardano il “famoso” Carmelo Rossini (secondo l'espressione del sindaco di Agrigento) che tanto turbamento hanno portato e portano nella vita di migliaia di famiglie italiane?
           Il buon amico Cavassa, direttore del Secolo XIX, certamente non penserà che voglia indicarlo come reo all'autorità giudiziaria. La centrale della falsità è molto più in alto della direzione del Secolo XIX. E poi Cavassa sa di poter restare perfettamente tranquillo. Cavassa non è comunista...




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