Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


La “guerra d'inverno” (1951)

In una discussione ho sostenuto che l'URSS non ha mai aggredito nessun Paese. Mi sono stati contrapposti i fatti di Finlandia e di Polonia.

           Nella risposta alla sua domanda tralascerò ogni considerazione di natura ideologica, pur essendo nell'attuale strutturazione sociale dell'Unione Sovietica la definitiva smentita alle vecchie e nuove accuse della volontà aggressiva del grande Paese socialista. La discussione potrebbe sembrare teoricamente astratta e quindi cercherò di darle degli elementi di fatto.
           Veramente la questione finlandese e quella polacca, se nel momento in cui sono nate hanno potuto essere ampiamente sfruttate dalla tecnica delle menzogne antisovietiche dei Paesi imperialisti, esse oggi non vengono più tacciate dalla propaganda ufficiale poiché sarebbe difficile riuscire ancora ad invertire dei fatti già consolidati nella storia. Oggi è chiaro a tutti che i fatti di Finlandia e di Polonia del 1939-40 sono momenti della seconda guerra mondiale voluta dagli aggressori nazisti e fascisti, verità sulla quale evidentemente nessuno discute più. I fatti di Finlandia e di Polonia non possono essere staccati da tutto quel periodo storico e lo sviluppo degli avvenimenti dal 1939 al 1945 ha liquidato per sempre la menzogna delle aggressioni sovietiche, ma anche volendoli esaminare a sé troviamo acquisiti elementi ufficiali di assoluta chiarezza.
           Sulla “guerra d'inverno” fra URSS e Finlandia, la testimonianza più indiscutibile ci è offerta da Tanner, Ministro degli esteri finlandese di quel tempo, nel suo libro: “Au poste de Ministre des Affaires Etrangères pendant la guerre d'hiver” (Edizioni Tammi, Helsinky, 1950). In tale pubblicazione risultano gli enormi stanziamenti di armamenti della Finlandia dal 1935 al 1938 e le leggi preparatorie alla guerra del governo reazionario di Ryti. Quale fosse lo spirito che animava quel governo non viene affatto nascosto dal Tanner. Ad esempio si può leggere nel suo libro la frase pronunciata da un ministro nel corso della riunione di Gabinetto tenuta ad Helsinky il 29 ottobre 1939, quando da venti giorni duravano a Mosca le conversazioni con Paasikivi: “Occorre cercare di prolungare i negoziati per continuare i preparativi di guerra”.
           L'istmo di Carelia era stato trasformato in una potente base militare e se lei ricorda al suo contraddittore che tale base giungeva a pochi chilometri da Leningrado, penso che debba apparire chiaro anche a lui quello che oggi è storicamente chiaro: la Finlandia era stata attrezzata per la futura aggressione contro l'Unione Sovietica.
           Quando l'intransigenza del governo di Ryti non permise di giungere ad un accordo che, attraverso compensi territoriali fra l'altro vantaggiosi per la Finlandia, permettesse la determinazione di una frontiera più aderente alla configurazione delle regioni di confine, si sboccò nella guerra d'inverno e il mondo capitalistico levò alti lamenti per la “piccola” Finlandia “sola” contro l'URSS. In realtà la Finlandia si era orientata verso la guerra perché spinta e sostenuta dalla Gran Bretagna, dalla Francia e dalla Svezia, nonché, come si vide subito, dagli Stati Uniti. Dieci giorni dopo l'inizio delle ostilità gli Stati Uniti inviavano alla Finlandia dieci milioni di dollari e, insieme con altre potenze occidentali, 350 aerei, 1500 cannoni, 6.000 mitragliatrici, 100 mila fucili. Quando nel febbraio del 1940 l'assurda speranza di far logorare l'URSS sui campi nevosi della Carelia fu spazzata via dall'Armata Rossa insieme con la linea Mannerheim, le parole pronunciate dai ministri finlandesi nella riunione di Gabinetto del 26 febbraio 1940 nella quale si discuteva la necessità di raggiungere la pace – riunione di cui sono noti oggi i verbali – contengono la denuncia definitiva delle responsabilità di allora e di quelle che matureranno poco dopo. Il ministro Niukkanen disse: “I generali suggeriscono una tregua per poi, quando saranno migliorati i nostri armamenti, poter battere il nemico. Questa pace non sarà definitiva. Noi la consideriamo un armistizio”. Il primo ministro Ryti aggiunse: “Questo è anche il mio punto di vista”. Infatti nell'autunno del '40 il governo finnico concluse con Hitler un accordo sul trasferimento di truppe tedesche in Finlandia e costituì un corpo di S.S. Finlandese sotto comando tedesco. Il 2 giugno 1941 la Finlandia servì da base di aggressione contro l'URSS.
           In quanto alla Polonia, oggi che questo Stato è per la prima volta della sua storia veramente indipendente, oggi che tutti i polacchi sanno che è essenzialmente all'Unione Sovietica che debbono la loro liberazione dalle cricche fasciste di Beck e di Ridzy-Smigly e dall'invasore nazista, parlare ancora di aggressione sovietica appare più che antistorico. La decisione dell'URSS di avanzare verso l'Ovest quando il rullo compressore di Hitler, travolgendo tutto, si dirigeva impetuoso verso la frontiera sovietica, fu di decisiva importanza non solo per la salvezza dell'URSS, non solo per il futuro della Polonia, ma per il futuro dell'intera umanità. L'aggressione da parte di Hitler all'Unione Sovietica, che doveva svilupparsi qualche tempo dopo, fu costretta a poggiare su posizioni strategiche diverse da quelle già studiate e in condizioni più difficili per i nazisti.
           Il popolo polacco, tradito dai suoi governanti fascisti, abbandonato dalla Gran Bretagna e dalla Francia, trovò proprio nel popolo sovietico il vero grande alleato e da questo popolo trasse esempio e forza per la propria eroica resistenza.




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