Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Stampa e verità (1951)

Chi legge più giornali non riesce a farsi una convinzione propria: l'uno afferma una cosa, l'altro afferma perfettamente il contrario. Lei dovrebbe, ogni giorno, sul suo giornale, smentire le bugie degli altri giornali. (Livio Sangiorgio – Via Chiaravagna 15-4 – Sestri)

           Non credo che seguendo alla lettera il suo suggerimento sarebbe risolta la questione di dimostrare al lettore disorientato quali sono i giornali che dicono la verità. Anzitutto “l'Unità” diventerebbe un bollettino di smentite, poiché non c'è dubbio che, con le bugie, le deformazioni (e anche le calcolate reticenze) della stampa gialla, si potrebbero riempire ogni giorno, senza troppo sforzo, tutte le sei pagine di un giornale quotidiano...
           Ma una polemica diretta, giornaliera, sulle singole notizie, non legata allo sviluppo o all'analisi di questa o di quella situazione, potrebbe ancor più sconcertare e disorientare – o rendere definitivamente scettico sulla funzione della stampa – quel lettore di cui lei si preoccupa.
           Cos'è la “bugia” giornalistica? Lei non penserà certo che sia l'espressione di un vizio costituzionale dei giornalisti della stampa “indipendente” (la qualifica “indipendente” di cui fanno sfoggio i giornali della catena reazionaria è la prima grossa bugia di ogni giorno): io non ho nessuna difficoltà ad ammettere che i più “bugiardi” giornalisti del momento attuale – che so io, Missiroli, m.n., Savarino, Gorresio, Mattei, ecc. - possono essere campioni di sincerità nella loro vita privata.
           La bugia giornalistica è la espressione della politica di inganno che i governi antipopolari, e quindi antinazionali, conducono quali comitati di amministrazione di quei gruppi sociali dominanti che, fra l'altro, detengono anche i pacchetti azionari delle società editrici dei giornali “indipendenti”. In questa fase terminale della società capitalistica la classe dominante, chiusa nel suo egoismo e isterilita dalla sua ingordigia, ha perso ogni capacità di classe dirigente e può tentare di mantenere una base nell'opinione pubblica solo con l'inganno e la menzogna.
           Ma anche le “bugie” dei giornali della classe dominante hanno le gambe corte, come quelle di ogni altra bugia. La verità emerge dai fatti, la verità emerge dalla stessa lettura dei giornali bugiardi, comparando i numeri del presente con quelli del passato.
           Prenda la raccolta di un qualunque giornale reazionario, uno di quelli che si pubblicavano anche durante il fascismo. Ogni “numero” del ventennio indica come quei giornali siano stati un potente strumento del fascismo per ingannare il popolo italiano. Dalla lettura della stampa “indipendente” del ventennio risorge la vanagloria, il ducismo, tutta la tecnica della amplificazione, dell'inganno, della frode politica attraverso la quale si portò il popolo italiano alla guerra.
           Quale terribile smentita è nei fatti di tutto quel cumulo di menzogne...
           Continui a scorrere i numeri di quello stesso giornale uscito dopo la Liberazione. Vediamo a caso: aiuto Marshall, Patto Atlantico, dichiarazione tripartita su Trieste, oro di Dongo, eccidio di Portella della Ginestra, assassinio di Maria Margotti, viaggi di De Gasperi in America...
           Cosa ha scritto quel giornale su tali argomenti? Risanamento economico della Nazione, niente basi a truppe straniere, Trieste assicurata all'Italia (1948), il tesoro rubato dai partigiani, la bassa speculazione politica dei comunisti sul banditismo, Margotti assassinata dai comunisti, lavoro, pace, indipendenza assicurati al nostro Paese.
           E' il caso che le ricordi la “verità” dei fatti? E' il caso che le ricordi la disoccupazione crescente, Carney a Napoli e il Centro di Livorno, la realtà attuale di Trieste, l'archiviazione della pratica di Dongo, la condanna dell'agente che sparò su Maria Margotti, il processo di Viterbo, gli impegni militari seguiti ad ogni viaggio di De Gasperi?
           Al contrario, tutto quanto è stato scritto dall' “Unità” dal 1924 è stato sempre confermato dai fatti.
           Ecco perché, non come un bello “slogan”, non come una affermazione, non dimostrata e non dimostrabile, lei legge su tutti i muri d'Italia: “Viva l'Unità, giornale della verità”.




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