Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Lotta religiosa (1951)

Sostengo da più giorni una discussione e non riesco ad avere ragione perché non ricordo una data. Nella mia lontana giovinezza, non ricordo appunto in quale anno, sono stati scacciati dalla Francia tutti i rappresentanti della chiesa cattolica. Sostegno che i comunisti non c'erano e che il fatto è vero. Mi hanno detto che ho sognato. Cosa mi risponde lei? (Afra Corsi – Via Montesullo, 2-23)

           Parlandomi di “lontana giovinezza” lei mi toglie l'imbarazzo che potrei provare trovandomi a precisare delle date nei confronti di una signora. L'episodio a cui lei si riferisce – in termini non esatti poiché non si trattò della cacciata dalla Francia di tutti i rappresentanti della chiesa cattolica – credo riguardi la denuncia del Concordato con il Vaticano che nel 1906 fu la conclusione di un periodo particolarmente movimentato della vita politica interna francese.
           Si tratta del periodo legato con l'affare Dreyfus, caratterizzato da profondi contrasti fra una destra conservatrice e reazionaria e la sinistra progressista sostenitrici la prima della colpevolezza, la seconda dell'innocenza del capitano israelita ingiustamente condannato come reo di spionaggio a favore della Germania. Le gerarchie ecclesiastiche francesi – legate anche allora ai ceti privilegiati – avevano partecipato attivamente alla montatura di quel vergognoso processo che la classe dominante fece entrare nel gioco del nazionalsocialismo e del militarismo.
           La battaglia condotta vigorosamente dai partiti di sinistra investì tutto lo schieramento politico francese di allora e si concluse non solo con la liberazione e con la piena riabilitazione di Dreyfus ma anche con la conquista, sia pure temporanea, del potere. Ne venne di conseguenza la revisione dei rapporti dello stesso francese col Vaticano, chiaramente compromesso nell'affare Dreyfus.
           Dopo aver ricordato brevemente l'episodio che le interessa – lei potrà ora trovare facilmente in qualche libro di storia più particolari – devo dirle che mi pare che lei non abbia giustamente impostata la questione con il suo contraddittore. Credo di capire che di fronte all'accusa che si fa ai comunisti di voler perseguitare la religione e gli organi preposti al culto, lei usi la tecnica della ritorsione, affermando che anche i governi della borghesia (ed è inutile che le ricordi che pure nel nostro Paese, per la conquista e il consolidamento dell'unità nazionale, si sono avuti periodi di profondi contrasti fra Stato e Chiesa) hanno perseguitato i religiosi. La sua conclusione parrebbe: Se l'han fatto i governi borghesi, possono ben farlo anche i governi popolari.
           Ora, egregia signora, sappia che da un bel pezzo i contrasti fra Stato e Chiesa non sono affatto aspetti di lotta religiosa, essi sono di natura fondamentalmente politica, poiché la Chiesa da tempo, divenuta un centro di interessi economici, si è sempre più strettamente legata ai gruppi sociali più conservatori e più reazionari arrivando alla creazione, in questa ultima fase del capitalismo, di partiti politici propri che attraverso una confusa ideologia interclassista tendono alla soggezione ed alla sterilizzazione politica degli oppressi e degli sfruttati.
           Alcune forme di anticlericalismo assunte in particolari momenti da governi borghesi laici, nella loro azione per contenere l'invadenza politica clericale hanno potuto offrire al Vaticano un pretesto per cercare di trasportare i contrasti sul piano religioso, ma questo pretesto non esiste per l'azione dei partiti delle classi lavoratrici, siano esse all'opposizione negli Stati capitalistici, siano al potere negli Stati retti a democrazia popolare o a sistema socialista.
           Questi partiti si sono liberati da tempo – come disse Togliatti a Genova il 25 maggio scorso – dalla zavorra anticlericale trasmessa da certi strati della borghesia, di un pesante bagaglio che serviva a seminare la discordia là dove doveva esserci l'unità.
           Sono i partiti della classe lavoratrice che assicurano il ritorno pieno alla libertà di religione, liberando gli organi ecclesiastici dalle ipoteche politiche dei gruppi privilegiati.
           Ricordi al suo contraddittore l'approvazione dei comunisti italiani dell'art. 7 del Concordato, ricordi gli accordi fra Stato e Chiesa in URSS, in Cecoslovacchia, in Polonia, in Ungheria, ecc.: questi sono fatti, tutto il resto viene tratto dal sacco maleodorante dell'anticomunismo.




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