Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Artigiani in URSS (1951)

Come la Rivoluzione Russa ha risolto il problema artigiano? Nel nuovo modo di produzione artigiana, come si esprime la genialità personale, come viene apprezzata? Gli artigiani godono di tutte le forme previdenziali e della pensione come tutti gli altri lavoratori?

           Anche l'artigianato, come tutte le forme della vita economica e produttiva, si presenta con aspetti diversi, secondo il tipo della organizzazione della società. Da quando, nella società primitiva, la produzione individuale e manuale, destinata quasi esclusivamente al consumo familiare, esauriva in sé ogni vita economica, l'artigianato è intervenuto via via nel fenomeno dello scambio e si è adeguato alle caratteristiche dei rapporti sociali delle varie epoche storiche.
           Come è noto, l'epoca aurea dell'artigianato, si è avuta dopo il Mille, tanto che la stessa urbanistica delle città medioevali fu condizionata dalle esigenze delle corporazioni artigiane e tanto che queste divennero un fattore politico, un elemento di conservazione a favore delle Signorie del tempo. Tutto ciò fu possibile per la divisione del lavoro delle città da quello delle campagne, per la stabilità della domanda e dell'offerta, per il lento movimento della popolazione, ecc.
           Ho voluto ricordarle tutto ciò per precisare come la produzione artigiana non sia qualcosa che derivi da una meccanica economica o da una pura tradizione espressa dalla capacità di questa o quella regione, di questo o quell'individuo. Gli aspetti dell'artigianato sono mutevoli e dipendono da una determinata situazione economica e storica.
           Evidentemente altre forme ha assunto l'artigianato nella economia capitalistica ed altre ancora esso assume in quella socialista: dalla corporazione medioevale siamo passati alla “bottega”, manifestazione tipicamente individuale del tempo capitalistico, ed alla cooperatività, forma tipica della società socialista.
           Io credo di aver capito il motivo di fondo delle sue due prime domande; esse, a mio giudizio, si allacciano alla continua accusa che si lancia all'Unione Sovietica di aver soffocato ogni slancio alla personalità umana. In realtà nella società socialista accade perfettamente il contrario: la dimostrazione di ciò sarebbe troppo lunga, mi basterà ricordarle come la raggiunta libertà economica per tutti crei le condizioni per le più ampie manifestazioni e per il pieno sviluppo delle capacità e delle iniziative individuali.
           Per questo l'artigianato ha trovato nell'URSS nuovi motivi di ripresa dopo la grande decadenza, a cui del resto noi stessi assistiamo, nella fase terminale del capitalismo.
           Vorrei segnalarle, come tipica prova di ciò, un fatto completamente nuovo. La lunga attesa invernale che, all'epoca zarista, abbrutiva il mugik nell'ozio e nella vodka, ora viene colmata nei kolkos da produzioni artigiane, effettuate dai contadini riuniti in cooperative. Nell'URSS la forma individuale di produzione artigiana, che si trascina stentata nel mondo capitalistico, tende a scomparire e nella nuova cooperativista trova le ragioni di nuova vita e di nuovo sviluppo.
           In tutte le città sovietiche vi sono negozi di cooperative artigiane nei quali si possono comperare oggetti che hanno le caratteristiche della più tradizionale produzione locale; a Mesea vi sono Mostre permanenti delle produzioni tipiche delle diverse Repubbliche Sovietiche.
           In tutta l'Unione Sovietica fioriscono numerosissime le cooperative di parrucchieri, di calzolai, di sarti, di meccanici, ecc.
           Anche l'artigiano ha il diritto al lavoro, alle ferie, alla previdenza, all'assistenza sanitaria, ecc.
           Quindi anche l'artigiano sovietico nello stesso momento in cui è messo in condizione di esprimere compiutamente la sua personalità, si è affrancato dai mille e mille problemi che assillano i suoi colleghi del mondo capitalistico.




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