Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      non annerali» età prò provetta di anni so, o al di più anni ai. Dissi, che questa enunciativa rintoveva afflitto ogni dubbio ; i.° perchè la qualità di giovane è più da presumersi aggiunta per individuare Bindo Altoviti, il quale, quando scriveva 3 Vasari , era già vecchio , che non Raffaello, il quale da gran tempo aveva cessato di vivere sul più bel fiore degli anni suoi;
      ( e questa non è una mera presunzione, ma una prova in-contrastabile di fatto ) pefchè qualora la detta espressione dovesse rapportarsi a Raffaello rio stile di questo ritratto, die ce
      10 annunzia nella più perfetta maturità dell' arte, sarebbe in aperta contraddizione con la sua gioventù> essendo allora, come si può osservare in tutte le sue prhrfe opere, e nel ritratto stesso, che di lui si Conserva nella Galleria, giovine del pari la maniera del suo dipingere, Nè ttn st dica > che essendo vizio cornane degli uomini di comparir sempre più giovani, che infatti non sono, abbiano perciò i pittori, ritraendo le immagini altrui, contratta 1' abitudine di ringiovanirli , senza pare accorgersene nei proprj ritratti. Raffaello usava altrimenti. Non ringiovanì punto la immagine, che jugata a quella del suo maestro espresse - di sè nella Scuola di Atene. Infatti, e perchè ritrarsi in età più giovanile? Ingenuo qual era abboniva dalla menzogna, avrebbe dovuto rinunziare ' alla perfetta rassomiglianza ; correva
      11 rischio di non incontrare il genio di Binde presentandogli una copia diversa dall'originale; e la diminuzione di pochi anni avrebbe anzi tolto, die aggiunto carattere e bellezza alla pittura. A tutti que9ti riflessi aggiunge gran peso l'autorità dell'Armenini. • Dei veri precetti della pittura , Ravenna , in 4-° » ; 3 quale alla pagina 191 cosi si esprime: Se ne trovano pur molti { ritratti) per mano di Raffaello in Fiorenza già da lui f 'atti in Romà al tempo di Leone , e di Clemente, ritratti da lui miracolosamente con ( come ) Bindo Altoviti. E qui è da no-
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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