Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      £> 639 ^tina, e fu 1' emulo anziché il rivale di Serafino Aquilano , nato nel i£66, e chiaro rendutosi in Roma al cominciare del secolo XVI, essendo state in Roma pubblicate le sue poesie nell' anno i5o3, come quelle del Tibaldeo lo erano state in Modena nel 1498 e nel i5oo. Fu detto persino da qualche moderno scrittore della storia letteraria, che que' due grandi ingegni erano stati tra i primi che scosso avevano il giogo della barbarie , la quale ancora sfigurava in que' tempi la poesia italiana , sebbene ecclis-sate fossero in appresso le glorie loro dagli scrìtti del Bembo, del Sadoleto , del Sannazaro.
      Sul principio adunque del secolo XVI può credersi dipinto dall' Urbinate il ritratto del Tibaldeo, mentre tuttora glorioso era il suo nome in quella città, e mentre recente era la memoria delle lodi da esso date a Lucrezia, per cui un Lino fu detto dall' Ariosto, come Ercole Strozza fu appellato un Orfeo.
      Questo potrebbe anche servire a render ragione della diversità che si trova tra i lineamenti del Tibaldeo in questo ritratto, e quelli espressi dall'Urbinate medesimo nel Parnasso,' lavoro eseguito di là a molti anni, e forse mentre più non èva in Roma, o non viveva il Tibaldeo : al che può aggiugnersi che forse capricciosamente e solo in tempi recenti, fu ad esso attribuita quell'immagine nel Parnasso. Un simile dubbio viene grandemente rafforzato dalla osservazione che nella edizione delle Stanze di Antonio Tibaldeo, stampate unitamente ad alcune altre di G. MozartUo da Ferrara , per Nicola Zopino nel i5aa : e in altra di tutte le sue opere poetiche, eseguita in Venezia da Francesco di Alessandro Bindoni e Mafeo Pasini, nel i5i5 , vcggonsi in fronte due ritratti intagliati in legno, i quali per i lineamenti del volto, e per i capelli cadenti lungo le spalle , molto si assomigliano a quello del celeberrimo Scarpa, di cui si è parlato sin' ora, e punto non si accostano a quello che si suppone di-
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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