Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      no trova la Natura imperfetta , e che pretende, con 1' arte sua, depurarla.
      A me per contrario pare strano che V uomo sappia far meglio della natura. A taluni potrebbe parere che 9e tutto in natura è imperfetto, imperfetta sarà questa stessa idea del bello perfetto che sta nella mente dell'uomo. Ma non assottigliamo la cosa , e spieghiamoci più chiaramente.
      In natura ci ha , è vero, delle cose , che a noi paion brutte: ma nel grand'ordine sono anch'esse parte viva e bellissima di perfezione, ut quod horremus in parte, si cum tota conside-remus, plurimum placeat. L'artista distacca, a dir qnasi, dall' ordine universale un oggetto, e lo presenta isolato ; poiché non potrebbe altrimenti. Perciò, dovere dell' artista è lo scegliere gli oggetti più belli della natura, quelli cioè, che anche staccati dal tutto, alludono , se cosi può dirsi, al tutto, d'un modo sufficientemente chiaro ; lo compendiano , lo rappresentano, lo sottintendono. Ma perchè un oggetto particolare raccolga in sè molte delle bellezze reali dell' ordine universale , bisogna che sia reale egli stesso. G ha dei fiorì non belli al nostr' occhio : ma chi per correggere la natura volesse raccogliere in un sol fiore le sparse bellezze di molti, e appiccicar le foglie del gelsomino alle foglie della rosa, farebbe egli meglio di colui, che si contentasse di copiar fedelmente una rosa cosi brutta e imperfetta com'è?
      Bla in natura non c' è quel bello perfetto , la cui immagine sU nella mente dell' uomo. — Volete dire : 11 cui sentimento : poiché se l'uomo coli' arte credesse di poter ottenere davvero un tutto perfetto, s'ingannerebbe di molto. E questo sentimento del bello perfetto a che poi si restringe? Alle imagini del corpousare la frate d' na artista sommo ) il Bello iella natura più tetto. Ma questo è ausi l'effetto della espressione fedele ; espressione , la quale pene ia miflior lame le ripeste bellette della natura, e le fa più sensibili.


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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