Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      lo aspettava che la Corte, come suole ogn'anno dopo Ceppo, fosse andata a Pisa, ove l'inverno è si tepido; e il nostro Jesi, ormai divenuto uno de'primi interpreti di Raffaello, fosse tornato da Lucca , per attaccarmi ad un gherone della sua giubba , quand'egli, com'io non ne dubitava, sarebbe introdotto davanti a que' ritratti. Ma la Corte, per la ragione che già puoi sapere da' pubblici fogli, quest' anno non è partila , la Granduchessa è tuttavia soprapparto , e i due ritratti si trovano appunto in tra salotto che precede immediatamente la sua camera da Ietto. Quest' ultima particolarità per sè sola ti dice abbastanza se sia questo il momento di cercar d' appagare la mia e tua curiosità. Il Mo-lini, che noe la fa sapere, intende rispondere con essa a quanto gli scrive da te pregato il buon Marsnnd, il qual pensa a ragione che un bravo bibliotecario palatino debba essere una cosa sola co'pinacotecarj e conservatori d'ogni regia suppellettile, ma non sa che questa volta l'essere una sola cosa con loro vale poco più che 1' esserlo con me.
      Quand' io chiesi al Nenci come i due ritratti erano belli, ei s* accontentò di rispondermi : Raffaello ! Se tu peraltro pensi al tempo in cui questi li dipinse, già sai di che modo sieno dipinti Poco dopo averli condotti a termine , se debbo credere alle parole del Vasari, il caro giovanetto fece per Domenico Canigiani la celebre Santa Famiglia, che passò poi negli Antinori e quindi ne'Rinuccini che ancor la posseggono *. Tu vedi a che segno ei fosse nell' arte sua quando venne la seconda volta a Firenze, ove peraltro seguitò a studiare quanto la prima, giacché se molto poteva insegnare a tutti questi pittori, qualche cosa poteva pur imparare da più d' uno di loro.
      * Vedi questi Istori» e pag. 54 e »ot j non che le nostre note qoir» aggiunte.
      ^.ooQie


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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