Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      le larghezze loro, o in tondo, o in quadro , o in qua-1' altra forma si sia , devesi tirare , misurando sempre il tutto con la picciola misura, una linea della larghezza delle basi di tutto l'edificio ; e dal punto di mezzo di questa linea tirare un'altra linea dritta, la qnale faccia dall' un canto e dall' altro due angoli retti ; e questa sia la linea della intrata dall'edificio: dalle due estremità della linea della larghezza tireransi due linee parallele perpendicolari sopra la linea della base e queste due linee sieno alte quanto ha da essere l'edificio : dappoi tra queste due estreme linee , che fanno l'altezza, si pigli la misura delle colonne , pilastri, finestre , e altri ornamenti disegnati «nella metà della pianta di tutto 1' edificio dinanzi^ e da ciascun punto delle estremità delle colonne, o pilastri, e vani , ovvero ornamenti di finestre, si farà il tutto, sempre tirando linee parallele a quelle due estreme. Dappoi per Io traverso si ponga 1' altezza delle basi, delle colonne , delli capitelli, degli architravi, delle finestre, fregi, cornici, e cose tali: e questo tutto si faccia con linee parallele della linea del piano dello edificio } né si diminuisca nella estremiti dell' edificio , ancorché fosse tondo, nè ancor se fosse quadro per fargli mostrare due faccie; come fanno alcuni , diminuendo quella che si allontana più dall' occhio : perchè subito che li disegni diminuiscono, sono fatti con intersecare li raggi piramidali dell' occhio } che è ragione di prospettiva , e appartiene al pittore, non all'architetto : il quale dalla linea diminuita non pnò pigliare alcuna giusta misura il che è necessario a que-
      Si vede da questo passo quanto studio, avea posto RafiaeBo alla prospettiva , nella di cui perizia si segnalò in molte delle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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