Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      Ma abbiamo di già risposto che questa bella conservazione del colore fu 1' effetto della imperfezione stessa dell' arte di dipingere. Cotale arte era allora in una perfetta relazione colle rappresentazioni religiose che esigeva il gusto ancora nell' infanzia. Organi in allora poco esercitati, e menti facili in fatto d'imitazione, si contentavano dei soggetti li meno composti , e di immagini offerenti gli effetti più semplici insieme e li più insignificanti. Allora dunque il lavoro del pennello era per così dire un lavoro di mano ; l' arte del colorire circoscritta ad un' esecuzione meccanica, applicantesi senza studio e senza alcuna ricerca a riempire gli spazj determinati dai contorni di certi patroni, le tinte venivano quivi distese crudamente, con quasi nulla mescolanza di colori, e molto meno con que' ritoccamenti, onde soventi volte ne viene alterata la purezza. Non parleremo punto del lavoro di mente o dell'immaginazione, il quale nullo disordine apportava sicuramente nell' uso di colali maniere puramente meccaniche.
      Si comprende facilmente che una maniera di pingere così fredda, a qualunque punto si voglia ridurre il vizio, non poteva verso il tempo in cui comparve Raffaello legarsi nè colla grandezza delle composizioni, nè col sentimento d'inspirazione eh' esse esigono , nè coli'arditezza del disegno, e con quella specie d'entusiasmo, che penetrando 1' anima del pittore , gli fa córre rapidamente que' tratti energici, onde vengono rappresentati li movimenti impetuosi dell' anima e del corpo. Certamente sarebbe impossibile che la freddezza d'una maniera o d' un lavoro tutto metodico, non estinguesse 1' ardore di sentimento e di esecuzione che il pittore deve avere in un soggetto grande, numeroso e ricco di espressione.
      ^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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