Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      rebbe Annibale Garacei, hanno esercitato con felice successo la loro invenzione nei soggetti mitologici : quelli, come sarebbe il Domenichino, nei soggetti cristiani. Il Sanzio invece ha trattato tutti li soggetti, e in tutti la sua invenzione è al livello di ciascun genere, e al disopra di quella degli artefici, che in un solo si sono distinti.
      Quantunque parliamo qui noi con tanta brevità dell' invenzione, come il tratto caratteristico di Raffaello , non possiamo separarne quell' altra., qualità, che ne fa in lui a parer nostro il principio o 1' effetto} vogliamo dire della fecondità, nella qual parte nessun pittore 1' ha uguagliato. E su questo proposito si sono portati bastevol numero di esempli, perchè non sia uopo fermar-vici sopra nuovamente. Ma la particolarità eh' ebbe Raffaello nella fecondità del suo genio, fu quella facoltà tutta sua di replicare molte volte lo stesso soggetto 6enza che si possa discuoprire per via di alcune inferiorità 1' ordine del tempo delle produzioni che si succedono, e che sembrano l'opera d' una sola creazione. Si vede che quanto la sua immaginazione era atta a scegliere tutte le varietà d'uno stesso soggetto, a cangiarne le immagini, altrettanto il suo giudizio era abile a ricondurle a quel punto principale di tutta 1' azione , quasi diremmo centro morale, onde la sua arte non faceva che percorrere e riprodurre tutti gli aspetti. Ed è in questa maniera eh' egli abbondante in tutte le sue composizioni , senza essere mai prolisso, seppe moltiplicare più d'ogni altro pittore, le persone, le figure, gli incidenti, gli accessori, gli episod), senza che niente v'appaia come ripieno, senza che nulla vi si possa ritrovare d'inutile; anzi senza che tutto non sia giudicato realmente neces-
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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