Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      r impiego di quella semplice facoltà d'innovare che si confonde troppo spesso col dono dell' invenzione. Quegli solo inventa in pittura , il quale , riunendo ne' suoi concetti la forza della ragione a quella dell' immaginazione, la novità alla giustezza dei pensieri, l'incanto del sentimento alla profondità del sapere, fa nascere nella mente dello spettatore idee sconosciute, nell'anima di lui affezioni non mai provate, e presenta a' suoi occhi immagini o combinazioni, che la natura non gli avrebbe offerte giammai.
      Se questa definizione degli effetti dell' invenzione ha qualche giustezza nella loro relazione colle opere del pittore , la si può applicare a quelle di Raffaello, con altrettanta maggiore esattezza, in quanto che senza di esse noi avremmo mancato di mezzi non solamente di definire, ma ancora di concepire nella sua totalità 1' atto dell' inventare in pittura.
      Per rispetto a questa facoltà Raffaello è superiore di molto a tutti li pittori, e lascia persino li più abili ad una assai grande distanza. La sua superiorità consiste principalmente nell' aver saputo tenersi in quella giusta misura, che è il mezzo tra tutti gli eccessi, in una parte in cui la mente dell'uomo trova sì poche leggi fisse, sì pochi esempli patenti per regolarne il volo, egli ha saputo mantenere quella giusta misnra che tiene il mezzo tra tutti gli eccessi. Quindi la facoltà d'inventare in alcuni, siccome in Giulio Romano , sembra che abbia avuto maggiore arditezza j ma ciò avvenne qualche,volta a detrimento del vero, e frequentemente del convenevole : altri, siccome Poussin, pare che v'abbiano portato maggiore ragione^ ma nella loro saviezza mancano poi di calore e di inspirazione : questi, come sa-
     


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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