Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      Eiina critico La morte precoce di Raffaello sarà sempre un soggetto Raffaello nella di dispiaceri per tutti gli artisti e gli amici delle arti, pittura. Quando non si accordasse che le sue facoltà in pitturasere, ei diceva, che non si tenga cura di quel poco che resta dell' antica Madre della gloria , e della grandezza italiana, per testimonio almeno del valore, e della virtù di quegli animi divini , che pur talora colla loro memoria eccitarono gli spiriti alla virtù? Pur troppo si sono fin qui (atte ingiurie a quelle anime che col loro sangue partorirono tanta gloria al mondo. Il mostrarsi Monumenti fece ruinare cogli Edifizj anche l'arte. Onde essendosi tanto mutata la fortuna de' Romani, ed avendo in luogo delle infinite vittorie , e trionfi , la calamità, e la misera servitù, quasi non convenisse a quelli, che già erano soggiogati e latti servi dai barbari abitare in quel modo, e con quella grandena che facevano quand' essi avevano soggiogati li barbari, subito, colla fortuna si mutò il modo dell' edificare, e dell' abitare : ed apparve un estremo tanto lontano dall' altro, quanto è la servitù dalla libertà, e si ridusse a maniera conforme alla sua miseria senz' arte, senza misura, senza grazia alcuna ; e pare che gli uomini di quel tempo insieme colla libertà perdessero tutto l'ingegno e 1' arte = a ( Fedi Sua lettera a papa Leone X alla fine di questa Storia).
      « Queste parole cosi nuovg, e così famose del Sanzio dUcen-deano da quel suo intenso amore per tutte le arti buone e specialmente per la sovrana architettura, per la quale sino dai primi anni mostrò affetto singolare. E diflatti addottrinato per tempo nelle pratiche della prospettiva, quella apparò egli stesso ben da giovinetto a Fra Bartolomeo : e scrive il Bandinelli, che quando il Pontefice era a Firenze mandò per Raffaello e Buonarroti, e concluse la facciata di S. Lorenzo. Tanto sin d'allora sonava il suo nome nella Reina delle arti, l'architettura ». ( Fedi a pag* a77 e 8®g. )
      « Poi sempre si versò in questi studj fra i quali è da avvertire ancora, che quaudo il Pontefice commise a Lodovico Cap-
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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