Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      » 461 Raffaello dovette crescere in fortuna, in credito, ed in fama agli occhi de' suoi contemporanei, negli ultimi sei anni della sua vita!
      Ma a qual punto, ciò che vale meglio ancora, non dovettero aumentarsi le sue cognizioni d' ogni genere, e perfezionarsi il suo gusto nella società co' primi personaggi della corte di Leone X?Si sa che un'intima amicizia lo legava col Bembo, col Navagero, col Beazzano, con P. Giovio, col Bibbiena, col Sadoleto, col Castiglione e con tanti altri distinti e per l'ordine e pel sapere. Tutti si cbmpiacevano di conversare con lui, e di far cambio degli studj, frequentandone la sua scuola per iniziarsi nei misterii di un'arte, della quale possedette egli sì eminentemente il segreto , quello voglio dire, di far parlare agli occhi li sentimenti dell' animo : Pingere posse animum atque oculis prcebere videndum *.
      i Vedi l'Appendice al n.o io.
      * Prima di passare all' esame delle qualità pittoriche dì Raffaello non riescirà discaro certamente a' nostri leggitori che noi riportiamo qui una nota mandataci dal sig. Missirini, intorno alle qualità morali dello stesso, e può servire come di riepilogo delle abilità, che lo distinsero sì eminentemente sovra quasi tutti gli altri
      « Raffaello che ebbe l'animo altissimo, non fn commosso ed infiammato maggiormente da altra cosa, quanto dalla vista dei prischi monumenti della latina Maestà. Egli era un uomo antico per la grandezza della sua concezione -, per l'ardore del suo cuore , recato ad imprese di una gloria eterna : e perciò non soste-nea 1' aspetto della presente nostra depressione, e molto meno dell' indifferenza odiosa , con che i contemporanei riguardavano li segni splendidissimi della fama de' maggiori. = Come può ea-
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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