Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      Merita di essere particolarmente raccomandato all'attenzione dello spettatore il magistero finissimo, col quale Raffaello ha saputo in questa composizione legare e spiegare , 1' uno per 1* altro, il fatto generale che ha luogo sotto i nostri occhi, col fatto particolare che n' è cagione, il racconto del quale sembrava essere di. ragione del solo scrittore. Or questo fatto, o questa cagione, è il miracolo di cui si tenne parola. ,
      È mestieri adunque che lo spettatore possa essere avvertito per mezzo del quadro istesso del motivo di quelP entusiasmò d'un popolo idolatra} e però, sul primo piano, presso il toro che si sta per sacrificare, ve-desi collocata la figura dello storpio risanato, che in atto di grazia alza le mani verso i suoi benefattori. Ma si vuol anche di più, che la pittura indichi, e 1' infermità , che prima esisteva, e il miracolo che l'ha fatta scomparire. La prima si4 fa palese per le due grucce che sostenevano l'infermo prima della sua guarigione , e che ora sono per terra a' suoi piedi : ci si fa intendere per mezzo di un episodio il secondo , l'uso cioè, cui è restituito delle sue gambe. Consiste in un vecchio, il quale dubitando del miracolo, s'avvicina con molta circospezione al povero storpio ch'egli ha conosciuto, e con aria di curiosità solleva ed allontana il lembo del suo vestito, onde assicurarsi del dirizzamento delle gambe. Tutto è parlante in questa figura : la mano diritta ha il movimento di curiosità di un uomo che dubita ; la sinistra esprime la sorpresa.
      Non si finirebbe più di lodare e di ammirare in questa composizione, la varietà dei caratteri , dei sentimenti, degli affetti^ altri rispettosamente adora, altri dissimula 1' odio. L'incredulità poi, con tutto il suo contegno^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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