Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      » 3io       * È stata fatta un' osservazione singolare su queste dipinture; che Raffaello, cioè, avesse molto per le mani, e famigliare la Divina Commedia di Dante ; avvegnacchè in queste sue storie si veggono espressi i concetti dell'Alighieri. Cosi alla fi gufa dell'Eterno Padre si accomoda, da chi lo guarda, il verso :
      » Non tnde me' di me chi vide il vero. Ai primi nostri padri sottoposti ai pesi del bisogno e della fatica si aggiusta l' altro verso :
      » Perchè sia colpa e duol (T una misura. Alla figura, che nella rappresentazione del diluvio salva con grande pena la sposa di già spirante, è stala applicata la sentenza : » E come quei che con lena. affannata, » Uscito fuor dal pelago alla riva, » Si volge alt acqua perigliosa e guata. Agli Angeli di Sara si adatta l'altra terzina, si per l'aria de' volli, si pel costume :
      w A noi venia la creatura bella n Bianco vestita , e nella faccia quale » Par tremolando mattutina stella. E alla faccia di Mosè conviene l'altro magnifico verso :
      » Che Dio parea al suo volto gioire. E cosi via parlando veggonsi i semi di queste immagini dell'Alighieri derivati : nel che il nostro venerando autore della lingua italiana e della sapienza europea ha avuto la stessa condizione che Omero, il quale al notare di Luciano, fu miniera inesausta della concezione degli artisti.
      Ma non vogliamo tralasciare di osservare che tutto questo lavoro delle Logge eccellentissimo , e grandissimo, e celebratis-simo ; onde, al dire del Vasari, certamente non può per pitture , stucchi, ordine e belle invenzioni nè farsi , nè immaginarsi di fare più bella opera, reca in mezzo alla più grande ammirazione ' il più vivo dolore pel guasto che l'ingiuria del tempo e degli uomini vi va recando continuaincnte ! . .
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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