Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti

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      rarsi che il proprietario di quel lodato edificio sappia trovar modo che la pubblica edilizia riceva un maggior ornamento dalla prosecuzione del prospetto che vedesi sulla via del Sudario, facendo ricorrere questo su tutto il lato sinistro della piazza di S. Andrea della Valle.
      Basterebbero i soli palazzi Pandolfini, Uguccioni e Stoppani a formar la fama del Sanzio di abile e valente architetto, ma' il suo talento incline-vole ad accomodare l'arte nelle sue varie manifestazioni ed applicazioni, seppe scendere dall' invenzione di grandi edifici al progetto di case per mole più modeste, ma non meno certo sprovviste di gusto e di bellezza.
      Chi portandosi a visitare la imponente Basilica Vaticana transita per la via diritta che dal ponte S. Angelo mena alla piazza Rusticucci, non può fare a meno di rivolgere F occhio ad una Casa che sul finire della strada prospettasi a mano destra, con grandiosa decorazione e con impronte caratteristiche che seppe lasciarle il XVI secolo. Questa Casa, che, come volle Iddio, il tempo e la mano degli uomini rispettò sufficientemente fino a' giorni nostri, è l'edificio che Raffaello Sanzio costruiva per Giacomo di Bartolomeo da Brescia, medico di Leone decimo. Nel 1825 fu tolta la lapide che ve-devasi con iscrizione riferentesi al suo costruttore ed al Papa Leone che a questi era stato liberale, regalando l'area dell'edificio. Nello stesso anno fu aperta la finestra sopra la porta d'ingresso in quello spazio in cui il disegno del Ferrerio riporta tre stemmi; due medicei, l'altro del proprietario. Il bugnato del pianoterra tutto fatto a gran rilievo fu scalpellato é sopra appostavi una cortina di stucco. Queste alterazioni, biasimevoli senza dubbio, pure non alterano di molto la decorazione primitiva che nel primo piano viene bellamente composta da una ordinanza a pilastrini dorici con laterali alette che ricavando cinque intercolunni, danno spazio ad altrettante finestre col davanzale pieno sporgente ed in alto il frontone poggiato su mensole.
      Un attico con finestre a semplice cornice d5 intelajatura inginocchiata elevasi sopra la cornice dell'ordine dorico inferiore e forma il secondo piano. Le bugne, le cornici e i pilastri sono in pietra peperino, gli spazi fra le finestre sono di cortina a mattoni. Nel piano terreno rilevò un amezzado fra i ricorsi delle bugne, e -nel basso, oltre la porta d'ingresso, lateralmente dei vani di bottega in cui il bugnato viene disegnato e disposto a cunei raggiati. E poi degno di speciale considerazione il piccolo fianco sulla via limitrofa, nel quale l'ordinanza dorica sviluppa un grazioso spartito di loggia architrovata su colonne a pilastro e con frontone circolare (1).
      (1) Oltre al Passavant, al Pontani, al Muntz attribuiscono questo casamento a Raffaello gli annotatori alle Vite del Vasari ed il Moroni nel suo Dizionario quando


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Raffaello Sanzio Architetto
Discorso
di Raffaele Ojetti
Tipografia F.lli Centenari Roma
1883 pagine 40

   

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