Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti

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      stesso, supporre che il Lorenzetto dopo la morte del grande artefice attendesse ai lavori per continuare questa fabbrica la quale non poteva vedere, come di altre, il suo compimento.
      Non si tenga però essere stata lasciata come al presente si vede, giacché nella raccolta già ricordata dei palazzi di Roma, essa si scorge con un attico sopra l'ordinanza dorica affatto rustico, da che più certo asserisco che l'attico stesso alla moderna foggia ridotto, lavoro sia mal corrispondente del passato secolo, assegnato a Nicola Sansimoni. In quest'epoca venne guastata la bella simetria ed euritmia dell'imbasamento, chè allargando nel mezzo la porta si sconcertava la mole in modo, che fu d'uopo chiudere le laterali porte, e tagliando in quei luogo verticalmente le bugne orizzontali si volle opporre difetto al Sanzio del come sul primo le aveva disposte.
      Il Pontani ci offre un' idea di restauro. Togliendo via l'attuale attico, aggiungevi esso un secondo piano composto in tutta la sua altezza con ap-pajamento di colonne joniche e sulla disposizione dell' esistente ordinanza del primo piano. Egli giovandosi dell'esempio della Casa Uguccioni e del disegno della Casa che in Borgo fu di Raffaello, prese persuasione di meglio così ripristinare la fabbrica, la quale per la molta lunghezza della facciata male forse si offrirebbe ad un piano solo.
      Non v'ha dubbio che qui l'artefice non si proponesse d'imitare più da vicino la antica architettura; chè ne ravvisi le ragioni dal modo com'è condotta la trabeazione e sì pure dalla conformazione del capitello ad ovolo schiacciato. Non pertanto le proporzioni sono svelte, aggiunge bellezza alle colonne il posar fermo sul dado che su spicca dal vivo dell' imbasamento e ricorre con le linee del frapposto davanzale balaustrato delle finestre, che proporzionatissime campeggiano assai bene per gli intercolunni. Le belle ringhiere 'di pietra poste innanzi alle finestre, sporgendo infuori lasciano libera la veduta da una all'altra, togliendo così l'impedimento che vi avrebbero opposto le colonne. Le parti interne sono grandiose, la scala è comoda ed a meraviglia ricavata. Al Palazzo non fa difetto che un conveniente cortile. Nell'insieme il prospetto per le molte colonne genera un non so che di confusione. Ma la cosa avviene perchè manca la facciata di esser veduta a conveniente distanza, così sepolta in angusta via. Il Cardinale Vi-doni, che ne fu possessore, ebbe un pensiero di far piazza da quel lato per cui il palazzo si volge verso la chiesa di S. Andrea e su quel lato stesso avrebbe fatto eseguire un secondo prospetto similmente ordinato. Oggi che il nostro Municipio compì il primo divisamento del Cardinal Vidoni, con tanto beneficio della circolazione e del movimento de' cittadini, oggi è da spe-


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Raffaello Sanzio Architetto
Discorso
di Raffaele Ojetti
Tipografia F.lli Centenari Roma
1883 pagine 40

   

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