Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti

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      avutó non piccola influenza sulle costruzioni degli architetti fiorentini, notabilmente su quelle di Baccio d'Agnolo, di cui già citammo la Casa Bartolini presso la Trinità e la Casa Giacomini oggi dei Conti Larderei attribuita a Giovanni Antonio Dosi il quale la murava sulla via Tornabuoni nel 1589. Si ritrovano in questi due Casamenti non pochi dettagli che sono stati evidentemente imitati da Raffaello, vi si riscontrano quegli ampli profili d'architettura ch'egli predilegeva, ma si è loro donato un rilievo che non è più in proporzione col resto dell' edificio. Ciò dipese che gli imitatori di Raffaello non avevano, al pari di lui, il gusto del bello ed il sentimento dell'armonia. »
      A non essere ritenuti rigorosi esclusivisti, noi dopo le osservazioni del Passavant, ci affrettiamo dichiarare che le belle maniere raffaellesche furono comprese, più di ogni altro, da due architetti : e questi furono il Pe-ruzzi, ed il Vignola, artisti entrambi forniti di molta erudizione sull'antichità di Roma e di molto talento. Per queste doti non mancarono loro belle occasioni da distinguersi e da lucrare, ma al Peruzzi furono cagione che per il suo animo quieto e modesto oltre misura, anziché trarre modo di accumular ricchezze, ritraesse vita miserrima e brevissima. Mentre il Vignola troppo occupato a fabbricar Palazzi regali e Porte, volendo offrirci i precetti dei cinque Ordini, vincolò il genio e rese troppo angusto Pelemento dell' architettonico sapere, disciplinandone l'ispirazione a regole fisse e prestabilite, più di quello che facesse il Vitruvio, e meglio facessero i commentatori di quest'ultimo.
      Il fabbricato che per mole e per interessante prospetto può fare riscontro al già descritto del Pandolfini, è quello che in Roma tutti conosciamo e che, posto sulla via del Sudario, nominato è per i proprietari avuti col vario appellativo di Coltrolini, Stoppani, Acquaviva e Vidoni.
      Non è esso citato dal Vasari, ed essendosi esso murato presso il palazzo della Valle è stato da alcuni confuso con quest'ultimo, che il biografo Fiorentino dice aver costruito il Lorenzetto sul suo progetto. Se una tradizione per più di tre secoli mantenuta costantissima ne attribuisce il progetto a Raffaello ; se molti scrittori ciò affermano, e con molta ragione, giacché la sua architettura è perfettamente in rapporto con le altre produzioni del nostro Artista, non so quale dubbio si possa mettere sulla sua paternità e convengo pienamente con il Ferrerio, il quale nella sua Raccolta de' Palazzi di Roma, ne pubblica la illustrazione con la leggenda — Palazzo del Sig. Cav. Coltrolini alla Valle, architettura dell'ammirabile Raffaele Sanzio di Urbino fabbricato Tanno MDXV.
      Possiamo però, volendo in certo qual modo concordare col Vasari


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Raffaello Sanzio Architetto
Discorso
di Raffaele Ojetti
Tipografia F.lli Centenari Roma
1883 pagine 40

   

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